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Segnali di pace dalla DC per Fabio Termine

SCIACCA- Il dibattito politico cittadino viaggia sulla tonalità di adagio. L’amministrazione giovane e nuova, che segna uno spartiacque generazionale sovrapponibile solo alla elezione dirompente di Ignazio Messina che lasciò all’opposizione tutto il gotha politico saccense, è all’opera da sei mesi. Un periodo di osservazione è d’obbligo, una sorta di riscaldamento prima di iniziare il gioco duro, la vera partita. Dalla nuova amministrazione si attende molto, non certo l’ordinaria amministrazione. Lo slogan di Fabio Termine è stato è già domani. Se il domani è come ieri, allora il Gattopardo è sempre attuale.

Ieri, un comunicato stampa della DC di Totò Cuffaro mio è apparso strano, mi ha stimolato la riflessione, ma soprattutto mi ha messo davanti agli occhi la date del 24 marzo prossimo, quella in cui si celebra l’udienza di merito del ricorso al Tar di Ignazio Messina per l’annullamento del risultato elettorale del primo turno.

Da premettere che nella competizione dello scorso giugno, la DC non ha partecipato. Con l’elezione del riberese Carmelo Pace all’Assemblea regionale siciliana, le cose sono cambiate. E’ iniziato, come è ovvio che lo fosse, una campagna “imperiale” per conquistare adesioni e rendere più robusto il partito dello scudocrociato.

E a Sciacca hanno aderito i consiglieri comunali Filippo Bellanca, Carmela Santangelo e Pasquale Bentivegna. Coordinatore cittadino è stato nominato l’ex consigliere comunale Giuseppe Milioti, conosciuto come agguerrito nei confronti del governo della città. Note le aspre critiche alla giunta Valenti.

Il comunicato stampa di ieri, firmato da Giuseppe Milioti, dimostra che la via per Damasco ispira ancora la conversione. Il contenuto del comunicato stampa è di chi porge il ramoscello d’ulivo per sancire una intesa.

“Siamo orgogliosi di avere operato con quel senso di responsabilità che in questi giorni è stato riconosciuto più volte dalle stesse forze politiche che amministrano la città e da quanti le sostengono”, esordisce Milioti per poi sottolineare “il nostro primario ruolo politico e il nostro concreto impegno nell’interesse dell’intera comunità, coscienti che solo con la condivisione, e non certo con i numeri risicati di cui dispone la maggioranza di governo in consiglio comunale, si potrà sviluppare un’adeguata ed efficace programmazione”.

Si sa, la matematica non è opinione. Milioti auspica un confronto “sulle idee e sulle proposte di reale crescita civile ed economica, dal lavoro al sociale, dalle attività produttive alla salvaguardia dell’ambiente. Apprezziamo la volontà e il desiderio di fare bene delle forze che governano la città, ma è fondamentale che i processi di sviluppo e di programmazione si attivino attraverso una condivisione e un rispetto delle parti politiche che l’elettorato ha voluto premiare e dei loro rappresentanti istituzionali a tutti i livelli. Solo così la città può crescere e assumere il ruolo di guida autorevole del territorio che purtroppo di recente è venuto a mancare”.

La DC, tramite Milioti, dunque, punta la prua in direzione della condivisione. La tempistica fa sorgere qualche sospetto. Sembra il porgere di un ramoscello in vista dell’esito della sentenza del Tar del 24 marzo prossimo. Se la questione del ricorso dovesse finire con un nulla di fatto, allora si aprono le danze. Danze accompagnate dalla musica di un rafforzamento dei numeri troppo minoritari della colazione Termine.

La DC ha nel Dna il celebre motto del divino Giulio: “Il potere logora chi non ce l’ha”.

Filippo Cardinale

 

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