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Salvati mamma e cucciolo abbandonati: stavano per morire abbracciati

SANTA MARGHERITA BELICE. Un’altra storia per fortuna a lieto fine di cani abbandonati e portati in salvo grazie al prezioso lavoro svolto dall’Oasi Ohana di Chiara Calasanzio.

Una mamma, divorata da ehrlichia, anaplasma e scabbia, ormai incapace anche solo di tenere gli occhi aperti, aveva accanto, stretto nel suo ultimo abbraccio, il suo cucciolo, un maschietto, anche lui affetto da scabbia, privo di forze, denutrito e disidratato. Nessuno sa dire quanto mancasse alla fine di entrambi, ma per fortuna qualcuno li ha visti nel vecchio centro di Montevago ed ha mandato la loro foto all’Associazione Ohana – I pelosi di Chiara, rifugio fondato da Chiara Calasanzio che da sette anni accoglie i randagi del territorio di Santa Margherita di Belice e dintorni.

Immediata la corsa contro il tempo per recuperarli, cosa non semplice perché, seppur senza forze, hanno cercato di non farsi avvicinare. Però è bastato poco perché capissero che i volontari non erano una minaccia bensì la loro unica speranza di vita. Volontari che, nonostante si fossero resi conto della scabbia, infestazione della pelle altamente trasmissibile all’uomo, non si sono tirati indietro e hanno proceduto al recupero dei due.

Dopo lo stallo d’emergenza a casa di una volontaria, Rosanna Portolano, di Santa Margherita di Belice, ora sono al sicuro, e ovviamente l’associazione si è già fatta carico delle spese veterinarie di quelle per i farmaci.

L’immagine più bella, però, è stata quella di ieri sera, quando, compreso che i volontari fossero “amici”, la mamma ha offerto la sua zampa proprio a Rosanna (foto) prima di crollare ormai senza forze, non prima di aver avvolto con il suo corpo il suo piccolo cucciolo.

Ora sono entrambi stabili, in isolamento per via della scabbia e stanno ricevendo tutta l’assistenza medica necessaria.

Al collo della mamma c’era un vecchio collare, ormai rovinato e tutto rotto, oggetto che testimonia in modo inequivocabile, insieme alla mancanza di chip, che un tempo mamma e piccolo hanno avuto una famiglia che, accortasi della malattia, ha preferito buttarli alla pari di un sacco dell’immondizia.

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