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RISOLUZIONE GIRGENTI ACQUE, STORIE DI INADEMPIENZE “BILATERALI”

Si va avanti alla ricerca di gravi inadempienze che possano consentire la risoluzione contrattuale tra l’Ati e la Girgenti Acque. La riunione di ieri non ha deliberato la risoluzione preannunciata, ma è servita per prendere ancora del tempo, fino a fine settembre, per consentire ai Comuni di raccogliere elementi di gravi inadempienze da parte di Girgenti Acque.

La risoluzione contrattuale è l’unica via percorribile ma a patto che si dimostrino le giuste quantità di casi di gravi “peccati”.  Ma siccome siamo in terra pirandelliana, non poteva mancare il colpo di scena degno di una commedia spassosa. Ad essere inadempiente è anche l’Ati. E perché? Perché all’origine del contratto i Comuni che dovevano trasferire le reti idriche al gestore, come previsto dalla legge, erano 43. Ma di questi, 27 hanno ceduto le reti, 16 no. Dunque, salta il business plane della Girgenti Acque che doveva spalmare i costi di gestione su 43 comuni anzichè 27. C’è già a monte una grave inadempienza contrattuale da parte dell’Ati (ex Ato Idrico). Dunque, è il caso di dire “inadempimenti da una parte all’altra”.

Di certo c’è che ci sarà una dura e lunga battaglia giudiziaria, con la Girgenti Acque pronta all’attacco. Insomma, risolvere il contratto con la Girgenti Acque sarà più difficile di quanto qualche sindaco cerca di propinare.

La politica usa soffiare su trombette, trombe e tromboni. A tal proposito desideriamo ricordarvi un esempio classico. Come sopra scritto, non tutti i Comuni hanno ceduto le reti idriche al gestore, violando la legge. Questi Comuni furono definiti “ribelli”. E siccome siamo nella “buttanissima Sicilia”, Crocetta e i deputati regionali approvarono una legge che premiava i furbetti. Insomma, li metteva al riparo pur avendo disatteso la legge. Gridarono tutti vittoria, suonarono trombette, trombe e tromboni. Come un’orchestra stonata, però. Tanto è vero che la Corte Costituzionale affosso’ quel pappcchio da “buttanissima Sicilia”. Solo gli stolti, ormai, prestano orecchi ad una classe politica che neanche partecipa alle sedute parlamentari, che non legifera, e che crede ancora di poter prendere in giro i siciliani.

Filippo Cardinale

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