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RISCALDAMENTI SCUOLE, ANCHE L’AMMINISTRAZIONE E’ LENTA E SCARICA SEMPRE LE COLPE AD ALTRI

La vicenda delle scuole, relativamente agli impianti di riscaldamento, diventa un campo di battaglia tra Amministrazione e “burocrazia”. Quest’ultima, farraginosa per antonomasia, spesso fa da capro espiatore. Come nel caso delle scuole di competenza del Comune lasciate al freddo. Dopo le proteste dei genitori e gli articoli sulla stampa, il sindaco Francesca Valenti e l’assessore Gisella Mondino hanno scaricato le colpe “sull’inaccettabile lentezza della burocrazia”.

Colpo ad effetto e autoassoluzione, senza manco un Padre Nostro o un’Ave Maria. In effetti, la situazione degli impianti di riscaldamento è ben più complessa e deve seguire precise e rigide norme in materia. Qualche caldaia è stata accesa di notte per evitare pericoli nelle ore in cui le aule erano affollate di alunni.

Per attivare le caldaie è necessaria una procedura che prevede anche la nomina di un “responsabile terzo”. Esso deve assumersi tutte le responsabilità derivanti dalla manutenzione e dall’uso degli impianti. Ebbene, non essendoci soldi a disposizione, al settore di competenza è stata messa a disposizione la somma di 21.300 prelevati dal fondi di riserva del sindaco. Determina sindacale che è stata esitata due giorni fa. Al ritardo, dunque, dell’Amministrazione (in questo caso non della “burocrazia”), si aggiunge anche che una somma di 5000 euro, che era a disposizione del Settore di competenza alla manutenzione, non è utilizzabile perché la cifra deriva da oneri di urbanizzazione ancora non incassati. Insomma, la solita storia del bilancio che contiene voci “vuote”, cioè di soldi non incassati ed esistenti solo sulla carta.

A quanto pare, il sindaco dovrà integrare dal suo fondo di riserva ulteriori 5.000 euro. Non è la prima volta che l’Amministrazione scarica sulla “burocrazia” le colpe, anche se sono riconducibili alla medesima Amministrazione. Sparare sul mucchio diventa sempre più facile. Basta ricordare quell’infelice aggettivo affibbiato dal sindaco ai dirigenti: “mediocri”.

Filippo Cardinale

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