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RIMOSSO L’ULTIMO BALUARDO DELLE TERME (fotogallery)

Fa senso rivolgere gli occhi all’ex edificio che fu del Motel Agip, poi acquistato dall’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca e trasformato in centro direzionale. Poi, l’immobile fu trasferito nella disponibilità patrimoniale della Terme di Sciacca Spa. Lo è ancora, gravato dal degrado, dalla mancata manutenzione, dalla necessita di venderlo per pagare circa 1 milione di euro di debiti al Comune per tributi locali.

La grande insegna con la scritta Azienda Autonoma delle Terme capeggiava dalla sommità dell’ex Motel Agip. Non era una semplice insegna, ma l’emblema di una risorsa termale, economica e sociale che elevava Sciacca ad un ruolo guida, significativo. In quell’insegna c’era la storia delle terme, dei suoi momenti meno brillanti, ma anche di quelli eccellenti, con l’espansione delle piscine Molinelli, la realizzazione della piscina coperta, della ristrutturazione dell’ex convento San Francesco, la ristrutturazione delle Antiche Terme Selinuntine. Sono gli anni brillanti della storia delle Terme di Sciacca, sotto la guida illuminata di Pasquale Mannino e dei dirigenti Scaduto e Ambrosetti.

Quella grande insegna rimase così, resistette anche al cambio di denominazione da Azienda Autonoma delle Terme a Terme di Sciacca Spa, forma giuridica che fu assunta dalla Regione in modo sciagurato e frettoloso. I danni sono evidenti, sono lievitati nel tempo, dal 2005 fino a 4 anni fa, quando la scellerata Regione determinò la chiusura delle attività. Sono seguiti altri scellerati passaggi. Nulla è cambiato, anzi la palude burocratica ha intensificato la sua pericolosità inghiottendo la risorsa come pericolose sabbie mobili.

L’insegna è stata rimossa perché non ha resistito al degrado, all’incuria. Dunque, è diventata pericolosa per l’incolumità pubblica  e per gli stessi occupanti del secondo piano, cioè il personale del Comando della Polizia Municipale. La rimozione e la messa in  sicurezza di parte della facciata è stata determinata dal dirigente del 7° Settore, il comandante Francesco Calia. Gli operai della ditta Zambito Costruzioni di Sciacca sono all’opera.

L’insegna non c’è più. Fa senso. Fa rabbia. Fa sconcerto perché ognuno di noi è spettatore inerte di un teatro politico e burocratico sul cui palco si recita senza responsabilità. Eppure, un enorme danno erariale è stato creato. Si va avanti ancora con le illusioni, con annunciazioni alle quali, ormai, nessuno crede più.

Quell’enorme insegna dava una sorta di benvenuto agli ospiti che raggiungono Sciacca dalla parte est. Era quasi un faro che illuminava ricordando la caratteristica termale della nostra città. Ora quel vuoto si è trasformato in un altro simbolo: quello del fallimento politico-burocratico.

Filippo Cardinale

© Ph. Corrieredisciacca.it

 

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