Site icon Corriere di Sciacca

RIFIUTI, A SCIACCA E’ NATA LA MASTELLOCRAZIA

Sciacca è una città unica, un laboratorio di idee, fantasie, contraddizioni, e altro. Tra “l’altro” vi è anche l’attuale questione dei mastelli, quei contenitori di plastica dove riporre la spazzatura differenziata. In altre parti d’Italia la pratica di differenziare i rifiuti è nella logica delle banalità, della cultura comportamentale che ogni cittadino assume nei confronti di un tema che è mondiale: lo smaltimento dei rifiuti.

A Sciacca si sta iniziando con il porta a porta, togliendo di mezzo quegli orribili cassonetti, puzzolenti e desueti. Con la pratica della differenziata avremo l’uso intelligente dello smaltimento dei rifiuti che produciamo, utilizzando l’umido, utilizzando tutto quello che è riciclabile. Nelle discariche, che hanno arricchito a dismisura private società, dovrà essere conferito solo una parte residuale.

Torniamo al tema principale. In città si sta procedendo la distribuzione dei mastelli, o contenitori. Sono di due misure: una piccola per usi familiari, l’altra grande per le attività e per i condomini.

La cosa dovrebbe sembrare semplice, ma trovandoci a Sciacca essa si ingarbuglia fino a diventare un ginepraio.

Il dubbio amletico è: i condomini? La risposta sarebbe facile: usano il mastello grande che diventa condominiale. Per sciogliere tale dilemma, si è organizzata una riunione in Comune alla quale hanno partecipato gli amministratori condominiali, l’Amministrazione comunale e i rappresentanti delle ditte che curano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

La riunione, diciamo la verità avendo ascoltato le parti, è stata giudicata inutile, volendo evitare di usare aggettivi diversi. Nessun accordo è stato raggiunto.

In un contesto normale, chi governa deve assumersi il coraggio delle scelte e misurarsi sul loro esito. Quando, però, nella visione politica e amministrativa di un governo cittadino si infilano altre scuole di pensiero, appare assai evidente che l’eccesso di apporto di idee mette in tilt il banale sistema decisionale del modo di governare.

Gli amministratori condominiali hanno evidenziato alcune problematiche che possono nascere con l’uso di mastelli comuni. Qualche condomino può sbagliare a differenziare e la sanzione ricade sull’intero condominio. In un contesto in cui l’uso della tecnologia è capillare, appare difficile immaginare che un concetto semplice di differenziata possa essere astruso come una lezione di fisica quantistica.

Detto ciò, ecco la nascita della mastellocrazia. Poniamo l’esempio della famiglia Mastelloni che abita all’interno di un complesso formato da tre edifici, con spazio comune. Ogni edificio è composto da 10 appartamenti. Quindi, in quell’area, gravitano 30 famiglie. Poniamo che gli amministratori condominiali convochino l’assemblea dei condomini per far decidere quale mastello adoperare, se quello piccolo o quello condominiale. Tralasciando il fatto che radunare i condomini è più difficile di fare un superenalotto. Ma poniamo che l’edificio A scelga il mastello familiare, l’edificio B quello condominiale, l’edificio C quello familiare. Il signor Mastelloni, che abita nell’edificio A, quando uscirà dal portone condominiale si troverà davanti una schiera di 10 mastelli (uno per famiglia). Poi vedrà l’edificio B con soli tre mastelli grandi, perché i condomini hanno optato per usare i mastelli grandi. Nello spazio condominiale ci saranno 20 mastelli familiari, tre condominiali. Sembra la fiera del mastello.

Poi ci saranno le solite e immancabili liti. Riprendiamo il caso dell’edificio A che avrà dispiegato davanti al portone ben 10 mastelli. Ma questi mastelli saranno anche, per via dello spazio, posti davanti i garage che esistono al piano terra dell’edificio. Ecco che scattano le scintille tra condomini.

E per esempio in piazza Carmine? Oppure in piazza Purgatorio? Nella prima esistono due grandi edifici condominiali, nella seconda uno grandissimo. Vi immaginate vedere quelle piazzette con la presenza di decine e decine di mastelli piccoli?

Gli amministratori dei condomini nel voler coinvolgere l’assemblea nella scelta espletano la loro funzione. Non possono decidere per i condomini stessi. Ma, per fare l’esempio della Perriera, dove interi quartieri sono formati da edifici condominiali, si innesterà un meccanismo che porterà alla “democrazia bloccata”. E’ nata la mastellocrazia. Ma quanto tempo, quanti mesi, occorreranno per completare il giro delle riunioni di condominio? Avremo un altro tipo di differenziata, oltre a quella principale. Ci saranno differenze di mastelli tra condomini e condomini.

Ecco perché governare presuppone il coraggio delle scelte. A volte, basta copiare altri paesi, magari del nord, per comprendere come porre soluzioni a problemi, tutto sommato, semplici. Sul tema dei mastelli sarebbe assurdo che la città intera non segua una standard Comune. Diventeremmo, altrimenti, motivo per essere derisi. E già lo siamo stati parecchio nei giorni precedenti.

Filippo Cardinale

Exit mobile version