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Ribera, covid hospital: da oggi attivi 12 posti letto. In 3 mesi traguardo vicino partendo dal nulla

Fratelli Parlapiano Ribera, degenza ordinaria

RIBERA. Da oggi il covid hospital ha attivi 12 posti letto. Si lavora celermente per il completamento delle tre aree, degenza ordinaria, sub intensiva e intensiva. Un tour de force iniziato lo scorso 4 novembre e che prosegue con ritmi sostenuti, nonostante le difficoltà che l’emergenza covid presenta, specie nella consegna delle forniture. Queste, sono di competenza dalla centrale unica di appalto.

Tra gli ospedali -individuati dalla Regione- da rifunzionalizzare, il cantiere dell’ospedale di Ribera è tra i pochi che stanno ultimando i lavori. Lavori iniziati lo scorso 4 novembre. Ieri pomeriggio, il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia, ha effettuato un sopralluogo invitando i sindaci del distretto sanitario che fa capo a Ribera. Oltre al sindaco di Ribera, erano presenti quelli di Calamonaci, Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Montallegro. Un’occasione per far “toccare con mano” lo stato dei lavori.

La buona notizia è che sono arrivati anche i pensili. Sono quelle “colonne” che vanno montate alle piastre del tetto delle stanze e che consentono di collocare tutte le attrezzature, monitor etc, di cui ogni posto letto in terapia intensiva necessita. Montate le colonne, si chiude con il controsoffitto. Un’attività di “rifinitura” che richiede qualche giorno.

Sono anche in arrivo i testaletto da montare nelle stanze della sub intensiva. La tabella di marcia richiede, per il completamento definitivo, un paio di settimane. Ma nel contempo, sono disponibili 12 posti letto in ordinaria.

Ci sembra opportuno, infine, rinverdire la memoria. Lo scopo? Rimembrare ciò che era l’ospedale di Ribera, cosa è stato immaginato per evitare la sua soppressione, i tempi. Basta consultare l’archivio del nostro giornale (online da 12 anni) per comprendere come il suo destino fosse segnato in negativo. Vi è stata una intensa lotta politica per evitare il peggio. Basta citare la manifestazione di protesta organizzata dai sindaci del comprensorio: https://www.corrieredisciacca.it/rischio-chiusura-ospedale-ribera-verso-una-manifestazione-di-protesta/  e ancora: https://www.corrieredisciacca.it/sindaci-comprensorio-ospedale-ribera-o-si-ripristina-il-pronto-soccorso-o-ci-separiamo-da-sciacca/

A febbraio 2020 scoppia la pandemia. Viene nominato dall’assessorato alla Salute un commissario straordinario per l’emergenza Covid per gli ospedali riunti di Sciacca e di Ribera che assume pieni poteri in materia di covid. Dunque, la presenza del commissario con specifici poteri limita le competenze Covid alla direzione strategica dell’Asp di Agrigento. Tale mandato si è prolungato fino a ottobre scorso.

Il rispetto della verità impone ad osservare che fino a questa data il Fratelli Parlapiano di Ribera non era interessato a lavori di adeguamento per la trasformazione in Covid. Ci piace elencare, per rendere edotti i nostri lettori sui tempi, una cronologia dei fatti.

In data 9 giugno 2020, l’assessorato alla Salute diffonde la pianificazione ospedaliera post-emergenziale, individuando, oltre alle altre in Sicilia, due aree Covid, Agrigento-Caltanissetta. Per Agrigento è indicato il Fratelli Parlapiano con 10 posti di terapia intensiva, 10 di sub-intensiva e 40 in degenza ordinaria (sempre Covid). Nel frattempo emerge l’attualità della commistione tra una struttura dedicata al Covid e quella dedicata al servizio sanitario ordinario.

Al Fratelli Parlapiano emerge la commistione tra il nascituro reparto Covid e l’operante Fondazione Maugeri. Si pensa di trasferire la Maugeri di Ribera a Sciacca, ma tale idea solleva vibrate lamentele della politica riberese e dell’immediato comprensorio. Poi la soluzione. Ecco un’altra testimonianza giornalistica: https://www.corrieredisciacca.it/ospedale-di-ribera-trovata-soluzione-centro-maugeri-al-3-piano-reparto-covid-al-1/

Le lamentele si spengono con la volontà politica di lasciare la Maugeri a Ribera e trasferire il reparto al terzo piano dell’ospedale riberese, lasciando i locali del primo piano al reparto Covid, in particolare alla degenza ordinaria che prevede 40 posti letto. La struttura del Maugeri lascia i locali lo scorso 9 gennaio, con notevole ritardo che, di fatto, rallenta molto la tabella dei lavori di adeguamento strutturale e impiantistico.

Il Commissario straordinario Mario Zappia viene nominato a dirigere l’Asp di Agrigento ad agosto scorso. Ancora ad agosto gli ospedali di Ribera e Sciacca, per quanto riguarda l’emergenza Covid, sono sotto l’egida del commissario per l’emergenza Covid, il cui mandato ha avuto termine a ottobre scorso.

Con la creazione dell’ospedale Covid al Fratelli Parlapiano si è compiuta una scelta giusta anche per la sopravvivenza della struttura sanitaria con l’ottica della caratterizzazione del Fratelli Parlapiano per centro di Malattie infettive. Ma ciò comporta un adeguamento sia strutturale che impiantistico. L’ospedale di Ribera versa in una condizione che di solito si trova nei Paesi sottosviluppati. Forse sarebbe stato più veloce e agevole costruire una struttura modulare accanto al Fratelli Parlapiano.

Terminato a fine ottobre 2020 il mandato dei poteri straordinari per l’emergenza Covid degli ospedali riuniti di Sciacca e di Ribera, l’Asp di Agrigento riprende piena autonomia della struttura ospedaliere. Il commissario Mario Zappia si trova l’urgenza di recuperare i tempi infruttuosi che, certamente, non possono a lui essere addebitati.

La consegna dei lavori all’associazione temporanea di imprese è datata 4 novembre 2020. I primi passi impegnativi dell’impresa sono quelli di demolire per poter iniziare la fase di ricostruzione. Va anche ricordato che l’emergenza sanitaria in tutta Italia e nel mondo ha ritardato sensibilmente la consegna dei materiali. Altro ostacolo che certamente non dipende da Zappia, fermo restando che le forniture delle attrezzature sono di competenza della Regione.

Dal 4 novembre ad oggi, tre mesi, è avvenuta quella “trasformazione” che, considerate le condizioni in cui versa il Fratelli Parlapiano, era davvero impresa ardua.

Filippo Cardinale

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