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Riapertura e rilancio della biblioteca scientifica dell’Ospedale. Interessante proposta del Comitato per la Sanità

SCIACCA. Una proposta interessante è stata partorita dal Comitato civico per la Salute di Sciacca e riguarda la riapertura e il rilancio della biblioteca scientifica dell’Ospedale di Sciacca. Una biblioteca scientifica da intitolare al dottor Giuseppe Lo Piccolo, “valoroso e compianto nefrologo di questo ospedale”.

La proposta è stata indirizzata al commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia, e mira a ridare lustro all’esperienza vissuta nel passato.

Pochi anni prima del trasferimento dell’ospedale di Sciacca dai locali storici di via Figuli a quelli attuali di Contrada Seniazza, “un pugno di medici (Franco Giordano, Giuseppe Giuliana, Giuseppe Lo Piccolo, Filippo Piraino,) coglie un’ esigenza antica latente tra tutti i medici, condivisa da tutti i primari dell’epoca e con il convinto supporto del direttore sanitario Antonino Monastero”. Si riuscì a ottenere dall’amministrazione del tempo la creazione della Biblioteca Scientifica degli ospedali Civili Riuniti di Sciacca.

Con un buget iniziale di circa trenta milioni di lire, la Biblioteca fu realizzata selezionando le riviste sulla base di criteri di autorevolezza e rigore scientifico.

“Attorno ad un “core” costituito da alcune delle più prestigiose tra le riviste “generaliste” di Medicina (NEJM, The Lancet, JAMA, BMJ etc ) ogni reparto fu invitato a selezionare un massimo di tre riviste, scelte tra le più autorevoli per le singole specialità presenti in Ospedale”, è ricordato nella proposta.

Furono così attivati circa trenta abbonamenti Cell, Nature, Blood, Roentgenology, Kidney International, Pediatrics…) , cui si aggiunsero significative donazioni (tra cui 15 annate rilegate di The Lancet dal 1977 al 1992). In tutte queste fasi, ebbe un ruolo centrale nella predisposizione di tutti gli atti preliminari (monitoraggio dell’iter burocratico, selezione delle testate, regolamento per l’accesso alla biblioteca e la consultazione delle riviste) il dottor Giuseppe Lo Piccolo, rispettato nefrologo, scomparso nel 2007 in seguito ad un tragico incidente, ricordano Ignazio Cucchiara e Franco Giordano, coordinatore e portavoce del Comitato civico per la Salute di Sciacca. Nella fase iniziale della sua creazione la Biblioteca fu ospitata nei locali della Pediatria, per poi essere trasferita in un’ala del blocco centrale dell’attuale Ospedale. Poi, purtroppo, e “inopinatamente, la vita della biblioteca cessò improvvisamente nel 2003, quando, per motivazioni abbastanza futili, dopo l’interruzione degli abbonamenti, fu ufficialmente chiusa al pubblico e il suo patrimonio di riviste escluso alla consultazione”.

“Viviamo una fase di crisi storica del SSR, accentuatasi durante la pandemia, caratterizzata da una fuga verso le strutture private, complice un’inefficienza non sempre casuale delle strutture pubbliche, ma anche da una sostanziale opacità dei rapporti pubblico-privato”, lamentano Cicchiara e Giordano, evidenziando come “l’occupazione di fatto da parte della politica della totalità delle strutture sanitarie regionali, considerate come semplici strumenti di ricerca del consenso e di distribuzione di prebende si accompagna al dilagare di fenomeni di corruzione di  cui i casi balzati agli onori della cronaca sono da ritenere semplicemente la punta di un iceberg di ben più preoccupanti dimensioni”.

Nella proposta, il Comitato non può non rivolgere una critica a quella politica che va alla ricerca della visibilità mediatica per non produrre, poi, fatti concreti. “Gli stessi, politici responsabili del degrado che è sotto gli occhi di tutti spesso “promuovono” a loro discrezione come strutture di “eccellenza” i reparti che inaugurano con tanto di taglio di nastri e a favore di telecamere. Come se potessero bastare qualche monitor in bella vista e qualche lettino ultratecnologico per fare diventare “eccellente” la sanità ivi praticata”.

La politica dimentica che “le strutture di  “eccellenza”, pubbliche o private, sono quelle in cui si pratica, per consuetudine, ricerca scientifica di alto livello. Una struttura sanitaria è eccellente o meno a secondo della qualità del curriculum scientifico di chi vi lavora, non per, benedizione del politico di turno”.

In attesa di un ripensamento dell’organizzazione del SSN, di cui la pandemia che stiamo vivendo rivela quotidianamente limiti e contraddizioni, per il Comitato diventa importante “porre  il valore della cultura e della pratica della ricerca di alto livello al centro di qualsiasi strategia di rilancio del SSR”, soprattutto diventa “un passaggio obbligato per evitare una deriva che rischia di travolgere il lavoro di uomini e donne di valore che in mezzo a mille difficoltà e contraddizioni mantengono la convinzione che le istituzioni debbono avere come bussola il rispetto delle finalità per cui sono state create e non viceversa”.

Per il Comitato, diventa indispensabile offrire “a quanti già vi lavorano e ai giovani professionisti in particolare, che fanno il loro ingresso nel SSR , stimoli e strumenti di crescita culturale e professionale che vadano oltre gli asfittici riti delle segreterie politiche e dei bizantinismi della burocrazia”.

Con la proposta indirizzata al manager Mario Zappia, il Comitato chiede di “predisporre un pianto di interventi che consenta il ripristino della Biblioteca Scientifica dell’Ospedale di Sciacca attraverso il ripristino degli abbonamenti che ne costituivano il patrimonio iniziale; • l’individuazione dei locali che ne consentano un utilizzo ottimale sia da parte del personale sanitario in servizio che di quello in congedo nonché degli studenti di medicina”.

E dedicare la costituenda Biblioteca Scientifica dell’Ospedale di Sciacca al dottore Giuseppe Lo Piccolo, che ne fu appassionato promotore, ne seguì da vicino l’iter burocratico e fu anche estensore dei regolamento per l’accesso e la fruizione”, diventa un passaggio naturale e di grande memoria.

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