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RAPINE NEL BELICE, QUATTRO ASSOLUZIONI E UNA CONDANNA

IL tribunale di Sciacca, in composizione collegiale (Presidente Antonio Tricoli e a latere giudici Anna Guidone e Francesca Cerrone), ha emesso la sentenza che riguarda le rapine avvenute a Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belìce e Menfi.

Una sola condanna, a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per Rocco D’Aloisio, 49 anni di Santa Margherita Belice. Sono stati invece assolti i palermitani Pietro Madonia, 47 anni, Michele Cirrincione, 52 anni, Vito Leale (accusato di tentata rapina), di 56 anni, il montevaghese Francesco Napoli di 35 anni.

Il collegio ha disposto la immediata scarcerazione di Vito Leale,  Michele Cirrincione e Madonia che erano detenuti.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Sciacca, guidati dal capitano Marco Ballan, e coordinate dalla Procura della Repubblica. A rappresentare la pubblica accusa il pm Michele Marrone, che aveva richiesto la condanna di tutti gli imputati.

Ai cinque imputati, a vario titolo, veniva contestato il reato di rapina, ricettazione, danneggiamento, violazione di domicilio, associazione per delinquere e tentata rapina. Sono reati in cui sono coinvolti altri imputati processati in altro troncone e con il rito abbreviato e già destinatari di condanne in primo grado. Si tratta di Pietro La Placa ( di 37 anni) a 7 anni e 4 mesi, Francesco Conigliaro (di 45 anni) a 6 anni e a mesi, Carlo Valpa (di 48 anni) a 2 anni e 4 mesi. Sono stati assolti il fratello Paolo Valpa ( di 47 anni), Ignazio La Manna (di 38 anni) e Salvatore Palazzolo (di 30 anni). Condanne, in primo grado e col rito abbreviato anche  per Michele Gandolfo, ex direttore i banca, di 61 anni (accusato di essere basista), condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi, Pietro Curti di 78 anni, condannato a 5 anni e 8 mesi, Massimo tarantino, di 44 anni, condannato a 6 anni e 8 mesi.

Nel mirino della magistratura inquirente finirono  14 persone accusate di rapine messe a segno in banche della zona del Belice. Palermitani pronti ad entrare in azione per le rapine, ma dopo avere ricevuto indicazioni precise, da alcuni presunti basisti del luogo.

Le rapine sono state messe a segno anche praticando un foro nei locali attigui all’obiettivo da colpire. Da qui il nome “The Wall”, il muro, dato all’operazione. Ad essere prese di mira, negli anni 2012 e 2013 furono agenzie di Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Menfi. Alcuni colpi erano andati a segno, altri no. Nella rapina dell’8 agosto 2012 messa a segno alla Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, il colpo fruttò 112 mila euro.

Il Pm Michele Marrone, nel corso della sua requisitoria, ha tracciato le caratteristiche del gruppo di imputati. “Le rapine erano sempre precedute da un furto di un’autovettura, in particolare la Fiat Panda”. Altra caratteristica spiegata dal Pm: “Era un gruppo che opera tramite abitazioni inabitate adiacenti alle banche. Per accedere in banca prediligevano il metodo del buco della parete”. Ancora qualche altra peculiarità: “Erano alla ricerca delle chiavi delle banche, chiamavano i dipendenti per nome, incutendo loro paura. Colpivano banche che in quel momento avevano in deposito ingenti somme di denaro”.

Filippo Cardinale

(Nella foto in basso gli avvocati Domenico Domenico Trinceri e Carmelo Ferrara)

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