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RANDAGI, L’ANTA DENUNCIA: “L’AMMINISTRAZIONE IMMETTE SUL TERRITORIO CANI MANCANTI DI REQUISITI”

Anna Maria Friscia, rappresentante dell’associazione animalista A.N.T.A denuncia, con una nota stampa, criticità rispetto all’inserimento dei cani randagi sul territorio provenienti dai canili privati. Già una constatazione evidenziata all’Amministrazione comunale lo scorso 12 aprile attraverso una nota con la quale  segnalava “alcune criticità in merito all’inserimento di cani sul territorio provenienti dai canili privati, che aveva comportato l’inserimento di 2 cani malati sul territorio”.

Con la nota di aprile, Anna Maria Friscia “aveva, con profondo rammarico, dovuto segnalare alcune criticità in merito all’inserimento di cani sul territorio provenienti dai canili privati, che aveva comportato l’inserimento di 2 cani malati sul territorio”. In quella circostanza, l’Associazione “aveva chiesto di bloccare tale procedura, perché priva di un minimo di pianificazione che ne consentisse la corretta attualizzazione”.

In tale nota, veniva anche chiesto espressamente di ottemperare a ciò che la legge 281/91 impone, e cioè il rispetto del benessere e della tutela dell’animale, “che ancora una volta- dice Frscia- è venuto meno perché sono venuti meno i diritti che dovevano essere tutelati”.

“Ancora una volta si è costretti ad assistere ad una mancanza di rispetto del buon senso. Ancora una volta assistiamo a quello che non si può definire reinserimento di cani sul territorio nel rispetto delle norme. Il fatto che delle associazioni, seppur  non animaliste, fossero presenti al momento di una tale mistificazione di quella che si vuol definire reimmissione di cani sul territorio senza averne le caratteristiche, rende ancora più grave ciò che è accaduto”.

Friscia denuncia che lo scorso 4 dicembre “sono stati inseriti cuccioloni di 7 mesi circa, che la stessa Associazione scrivente aveva segnalato nel luglio scorso per essere soccorsi, trattandosi di cuccioli di appena due mesi circa, affetti da parvo e che, nel caso specifico, come risulta ovvio, non potevano avere i requisiti per poter sopravvivere in un territorio a loro ostile e senza aver avuto il tempo di svilupparne l’attitudine”.

Per l’ANTA “è accaduto che sono stati inseriti cani adulti in un territorio già a loro ostile perché non accettati dal quartiere che per questo rischiano di essere avvelenati”.

 

 

 

 

E’ accaduto che, ancora una volta sono state disattese le principali norme per un corretto inserimento, come quello del monitoraggio dei cani in concerto con le volontarie sul territorio.

E’ accaduto che si è provveduto a procedere a tale inserimento senza un nuovo incontro con le associazioni, e nel merito, con l’associazione scrivente che ne aveva rilevato importanti criticità e senza aver riaggiornato il profilo dei cani da inserire, secondo il parere dell’ asp così come la legge prevede.

Ancora una volta mi duole rilevare come questa amministrazione, poco interesse mostri nei confronti di un territorio in completo stato di abbandono, dove azioni di questa natura, messe in essere senza un minimo di pianificazione, non fanno altro che peggiorare cio’ che è sotto gli occhi di tutti.

Concludo con una riflessione: quando si pensa all’inserimento di un cane sul territorio, è necessario pensare alle conseguenze, alle ripercussioni sul territorio e all’incolumità dei cittadini  e che , ci piaccia o no, sapere  che anche un cane ha

diritto di sopravvivere.

Un cane non monitorato, denutrito, impaurito, rappresenta un pericolo per tutti.

 

 

 

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