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QUEI TRE TORRENTI CHE FANNO PAURA. TUTTI ANCORA INTASATI DI ARBUSTI E DETRITI

Come era prima dei lavori di bonifica

Ormai è noto come, il clima è cambiato è siamo soggetti a ondate di caldo eccezionale, ma anche a nubifragi dalle consistenti furie. L’inverno scorso  ha presentato alla nostra città una situazione che non immaginavamo. Eravamo abituati alle scarsissime piogge, eravamo a considerare torrenti come Bagni, San Marco, Foce di Mezzo e Cansalamone, inoffensivi.

I nubifragi dello scorso inverno, invece, ci hanno aperto gli occhi verso una realtà completamente mutata. E i danni devastanti sono derivati, per la città, proprio dai quattro torrenti che sono esondati. Non solo per la quantità di acqua che le nuvole hanno scaricato,ma anche per la mano dell’uomo, incurante della natura. Scarsa manutenzione, pulizia degli alvei, costruzioni a ridosso dei torrenti, strade realizzate sul letto dei torrenti.

l nostro reportage fotografico dimostra lo stato in cui versano i quattro torrenti. La situazione è peggiore poiché gli alvei conservano ancora arbusti, residui alluvionali, erbacce, sterpaglie. Ci sono importanti caditoie, come quella all’inizio della contrada Foggia, diventate deposito di rifiuti ingombranti, otturando, di fatto, lo scolo delle acque piovane.

L’estate è ormai alle porte, nulla è stato ancora fatto. I torrenti si trovano nelle pericolosissime condizioni immortalate dalle foto scattate ieri mattina dalla nostra redazione. Ci avviamo alla fine della stagione estiva, prolungata da una forte siccità che ha reso i terreni duri come pietre. E’ ovvio che i terreni così aridi non avranno la possibilità di assorbire le piogge.

Nella foto di copertina, il torrente Foce di Mezzo nella parte che costeggia le officine Tummiolo. Tutto è rimasto immutato con l’aggravante che il letto del torrente è intasato e otturato dai detriti oltre che dagli arbusti.

 (Il letto del torrente Foce di Mezzo, in prossimità delle officine Tummiolo)

((Il letto del torrente Foce di Mezzo, visto dal ponticello di via Tonnara)

 

La situazione è terrificante anche sul Torrente San Marco che costeggia, nella parte finale, la contrada Foggia.

 (Questo è il letto del torrente San Marco, completamente invaso da vegetazione e residui dei nubifragi scorsi)

La mano dell’uomo, poi, non ha limiti e trasforma importanti sfoghi delle acque in discariche. La foto che segue è di fronte l’ex casello ferroviario che immette nella contrada Foggia. Gli incivili hanno depositato di tutto e di più, mettendo,di fatto, un pericoloso tappo nella canalizzazione.

 (La discarica causata da incivili che fa da tappo allo sfogo delle acque piovane)

Il torrente Cansalamone, che si è trasformato in un fiume impetuoso e incontrollabile durante gli scorsi nubifragi, è pieno di residui, tra sterpaglie e arbusti, canne secche. Nulla è stato rimosso.

 (Il Cansalamone ancora porta i residui dei nubifragi)

Ovviamente, nel nostro servizio non poteva mancare il torrente Bagni. Il nubifragio provocò la scomparsa del saccense Bono, il cui corpo non è stato trovato nonostante due mesi di ricerche. Il torrente Bagni, nella parte finale, ha il letto pieno di detriti. In più, tutta la zona è ancora interessata a montagne di fango frutto degli scavi per la ricerca dello sfortunato saccense travolto dalle acque. Nessuno ha provveduto alla rimozione dell’enorme quantità di terra mossa.

 (Il letto del torrente Bagni verso la foce. E’ evidente lo stato di pericolosità)

 (Torrente Bagni come discarica, siamo nella parte antistante il Museo del Mare)

 (La parte a monte del Torrente Bagni, dove presumibilmente si è consumata la tragedia di Bono)

Il nostro reportage è abbastanza significativo e non serve scrivere ancora. La situazione è di stallo, peggiore dello scorso anno. La stagione delle piogge si avvicina. E se abbiamo capito la lezione durissima, forse è il caso di assumere provvedimenti di rimozione dei pericoli e degli ostacoli.

Filippo Cardinale

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