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Quarantuno anni fa l’uccisione di Piersanti Mattarella: “Si dia forza a chi vuole cambiare questa società”

SICILIA. Quarantuno anni fa, 6 gennaio 1980, veniva ucciso dalla mafia il presidente della Regione, Piersanti Mattarella. Era la speranza del riscatto della Sicilia, di quella onesta. Era il Presidente della svolta, della trasparenza della pubblica amministrazione. La presidenza di Mattarella si distinse per l’azione riformatrice portata avanti in Regione.
Cinquantaquattro giorni prima di essere ucciso davanti alla sua abitazione (stava recandosi a Messa con la moglie, i due figli e la suocera) partecipò al congresso dell’Assostampa. Invitava i giornalisti siciliani a una stagione di nuovi racconti contro la mafia. «Bisogna che si dia forza a chi vuole cambiare questa società- disse davanti alla platea dell’Associazione siciliana della stampa-. Non possono diventare notizie solo i fatti di cronaca nera o i fatti di mafia”.
“Io credo che voi possiate fare molto”, disse rivolto ai giornalisti e sottolineando il “pericolo della rassegnazione”.  “Perché i nostri giovani debbono pensare, leggendo i grandi giornali d’informazione o vedendo la televisione, che la Sicilia è immodificabile, perché questa realtà è talmente forte da non essere cambiata? Perché non debbono cominciare a credere che questa realtà non è invincibile? Quando si convinceranno che questa realtà è vincibile ed è battibile avranno preso più coraggio anche loro, anche i giovani che sono così attenti, così aperti alle cose che cambiano, ma che corrono il rischio, crescendo, di apparire dei rassegnati in una comunità che questi mali non può abbattere e non può distruggere” .
Un messaggio, quello lanciato al congresso dell’Assostampa, che produsse buoni frutti. E’ cambiata la cultura, e quel mondo giovanile, a cui si rivolgeva, è fiorito con numerosissime iniziative che sono, e continuano ad essere, il lato buono della nostra Sicilia. Quella “rassegnazione” che non si è radicata nelle coscienze delle nuove generazioni proprio per una presa di coscienza capace di ribaltare quel “pericolo” cui si riferiva Piersanti Mattarella. Quel “pericolo” che, invece, si è trasformato in coraggio. Il coraggio di guardare e credere in una Sicilia diversa, sciolta dai tentacoli della cultura mafiosa.
Filippo Cardinale
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