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ELEZIONI ANTICIPATE, PROBABILE CHE LA VALENTI LASCI PER CANDIDARSI ALLE POLITICHE

La situazione politica nazionale è precipitata repentinamente anche se diversi segnali di scricchiolio davano già da tempo la concreta sensazione che il Governo gialloverde non avesse vita lunga. Ormai è certa la via del voto anticipato, quasi sicuramente con le votazioni a ottobre. Il Presidente della Repubblica può tentare la verifica di una nuova maggioranza, oppure si potrebbe rivolgere ad una figura esterna, come accadde nel 2018 con Cottarelli, che dovrebbe ricercare un sostegno parlamentare. Ma consumati tali passaggi non rimangono che le urne. Due le date possibili, visto anche l’incombere della manovra finanziaria: il 20 e il 27 ottobre. Quest’ultima è l’ipotesi più concreta. Le Camere vengono infatti sciolte fra 70 e 45 giorni prima delle consultazioni.

Qual è il riflesso delle elezioni anticipate nella nostra Sciacca? Di grande rilievo tanto da prospettare elezioni anticipate per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco. La legge prevede, infatti, l’ineleggibilità al Parlamento dei sindaci in carica in città che superano i 20 mila abitanti. In caso di fine naturale della legislatura, il sindaco in carica che intende candidarsi al Senato o alla Camera deve dimettersi sei mesi prima. Ma in caso di scioglimento anticipato della legislatura, il termine si accorcia di molto e decorre dalla data ufficiale che viene stabilita con modalità previste dalla Costituzione.

E’ assai probabile, e lo confermano ambienti politici specie del PD, che il sindaco Francesca Valenti abbia in progetto (sarebbe in cantiere già da tempo) di candidarsi alle politiche. Del resto, le liste elettorali impongono una rigida osservanza delle candidature di genere che consente più spazio alle donne. Il sindaco di Sciacca non solo ha aderito al PD lasciando per strada la sua estrazione iniziale di candidatura apartitica a sindaco, ma è stata eletta anche nell’Assemblea nazionale del PD. Insomma, a distanza di due anni dalla sua elezione a sindaco con matrice civica è diventata organica al PD. Sindaco del secondo Comune più popoloso della provincia di Agrigento (dopo il Capoluogo) e presidente dell’ATI idrico, è uscita dalla sfera privata e riservata improntata sulla carriera di docente universitaria e di tributarista.

Insomma, ha tutti gli elementi utili affinché il PD abbia interesse a candidarla per le imminenti elezioni nazionali. Una candidatura non di servizio ma con obiettivi di successo.

E’ ovvio che se tale progetto dovesse concretizzarsi, Sciacca riceverebbe il riverbero di rilievo delle elezioni amministrative anticipate. Statisticamente, l’Amministrazione Valenti batterebbe il record di durata della troncata sindacatura Vito Bono che giunse esattamente a metà mandato (due anni e mezzo). Andrebbe per aria l’aumento degli assessori da cinque a sette programmato per settembre e che fa gola a diversi consiglieri comunali della maggioranza. Andrebbe sul binario morto l’idea delle opposizioni di sottoscrivere una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco.

Non è questo il momento per effettuare altre analisi politiche, ma certamente l’eventuale candidatura della Valenti alle nazionali chiuderebbe un’esperienza di governo di centrosinistra che avrebbe difficoltà a replicarsi con nuove elezioni amministrative.

Di certo c’è che un’occasione del genere in un momento così propizio fa gola e rende toccabile con mano un progetto di crescita politica personale da parte del sindaco di Sciacca. Crescere politicamente è un’aspirazione legittima.

Filippo Cardinale

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