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Prg, troppa confusione sulla incompatibilità. I consiglieri hanno dallo loro sentenze che fanno chiarezza

SCIACCA. Stasera è convocato il Consiglio comunale. All’ordine del giorno vi è da dibattere la questione delle “restrizioni” assunte dal Consiglio regionale urbanistica e che riguardano il Piano Regolatore Generale. Si tratta di un argomento di primaria importanza per la città e che tocca il suo futuro di sviluppo. Dunque, i consiglieri comunali devono essere artefici di quel ruolo che a loro è stato assegnato tramite il consenso.

A Sciacca, sull’argomento del Piano regolatore Generale, si è innesca ormai una grandissima confusione con la grave conseguenza che sull’assenza di una chiarezza sull’argomento si è generato un dibattito senza una conclusione pratica capace di garantire limpidezza conoscitiva.

Si dibatte, infatti, in queste ore la problematica legata alla possibile incompatibilità dei consiglieri comunali di esprimersi sulla delibera pervenuta in consiglio comunale avente ad oggetto la presa d’atto del parere del CRU reso in data 29.07.2020.

Abbiamo approfondito la vicenda consultando diverse fonti. Ebbene più volte la giurisprudenza amministrativa è stata chiamata ad esprimersi in ordine a detta problematica normata dall’art. 78 comma 2 del Dlgs n. 267/2000.  Detta norma prevede espressamente che gli amministratori di cui all’articolo 77  comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado.

La giurisprudenza amministrativa ha, dunque, stabilito i seguenti principi: in sede di adozione di una variante generale al piano regolatore generale, la votazione separata e frazionata su singole componenti del piano è non solo legittima ai sensi dell’art. 78 t.u. 18.08.2000 n 267 ma anche ragionevole, e realista, tenuto conto della situazione dei piccoli e medi comuni, nei quali gran parte dei consiglieri comunali e dei loro parenti e affini sono proprietari di terreni incisi dalle previsioni urbanistiche. I consiglieri astenuti parteciperanno alla votazione conclusiva e finale relativa al piano (TAR Veneto Sent. 4159 SEZ. I del 06.06.2003 – Confermata dal Consiglio di Stato).

La giurisprudenza ha affermato altresì che  “è legittima l’approvazione del piano urbanistico per stralci separati, con l’astensione dei consiglieri che si trovano in situazione d’incompatibilità in relazione a ciascuna singola porzione e quindi con un voto finale sull’intero strumento urbanistico al quale partecipano tutti i consiglieri comunali presenti: una modalità procedurale che, come è noto, questa sezione ha più volte ritenuto legittima al fine di scongiurare il rischio di impossibilità de facto di di pervenire ad approvazione degli strumenti urbanistici, specie nei comuni di dimensioni medie o piccole” (Cons. Stato sez IV 16.06.2011 nr 3663; 22.06.2004 nr 4429; Cons. Stato IV sent. 17.04.2015 nr 2094).

Tutto quanto sopra chiarisce i margini della problematica delle incompatibilità. Una chiarezza che dovrebbe invogliare i consiglieri comunali ad espletare il mandato affidato dagli elettori con la serenità appropriata.

Possiamo dire, in conclusione,  che la palla è tornata al centro del campo; si torna a giocare una partita importante che vede la città, ancora una volta, bisognosa di una seria attenzione da parte degli organi competenti. Il Consiglio Comunale, ogni singolo consigliere comunale, hanno l’obbligo morale di decidere nell’interesse unico dello sviluppo della nostra comunità.

Ci dispiace, molto, che come al solito, il Consiglio comunale arrivi alle discussioni solo qualche ora prima della scadenza utile per far valere gli interessi della città. Infatti, la scadenza per eventuali opposizioni alle decisioni del Consiglio regionale urbanistica è l’11 settembre, fra 48 ore.

Fino a ieri, alla Presidenza del Consiglio comunale erano pervenute 14 richieste di “incompatibilità”. Sulla scorta di quanto sopra riportato, con il supporto della giurisprudenza, se la trattazione avviene per stralci separati, il numero di  consiglieri incompatibili può essere sensibilmente ridotto. Rimanere in aula onorando il mandato affidato dagli elettori a tutela degli interessi della città è cosa buona e giusta. Diversamente, si è irresponsabili a loro saputa. Il che è un pesante aggravante.

Filippo Cardinale

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