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POLITICA, INCONTRO SINDACO E CENTRODESTRA RIMANDATO. SALE LA TENSIONE

Quella stanza, almeno oggi pomeriggio, rimarrà vuota. E’ saltato l’incontro programmato per oggi pomeriggio (doveva svolgersi alle ore 15) tra sindaco e centrodestra. Eppure, si era immaginato quell’atmosfera idilliaca cantata da Gino Paoli nella toccante canzone Il cielo in una stanza.

Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi infiniti, cantava Paoli con estremo romanticismo per finire, poi, suona un’armonica, mi sembra un organo che vibra per te e per me. 
La stanza è rimasta vuota, senza gli alberi del centrodestra, già potato dall’annuncio del consigliere Carmela Santangelo che declinava l’invito. Invito declinato anche dall’indipendente Cinzia Deliberto. Fabio Termine aveva già ricevuto il cartellino giallo dal sindaco per “comportamento scomposto”.
Il centrodestra ha comunicato al sindaco che, “per impegni” non poteva essere presente.
Bisogna tradurre il politichese per comprendere quel che sta accadendo. Mentre la riunione nella sala delle opposizioni, durante la pausa della seduta consiliare, aveva sortito un esito diverso sugli impegni nel senso che la “nuova svolta” sarebbe passata da un tangibile segnale, e in quella stanza si è parlato di azzeramento della Giunta, il sindaco nel suo intervento al rientro in Aula ha detto, tra l’altro, di essere disposta “ad una rivisitazione della Giunta, o anche una rimodulazione complessiva”.
Poi, dopo poche ore dalla scampato pericolo e ad emergenza finita, il sindaco nelle interviste televisive ha dichiarato di non essere disponibile all’azzeramento.
Qui si può organizzare un convegno di illustri linguisti e discettare sul significato della “rimodulazione complessiva”. E’ quel “complessivo” che rende difficile comprendere la messa in campo di un’azione parziale.
Sorge il sospetto che quel “suona un’armonica, mi sembra un organo che vibra per te e per me”, si sia trasformato in un tamburo di guerra pronto a dare il ritmo a nuovi scontri.
E’difficile  far comprendere come il centrodestra (almeno ai suoi elettori) possa puntellare “il progetto Valenti”, addirittura sposandolo e sostenendolo dopo averlo duramente criticato, definendolo fallito.  Tranne che quel “cambio di passo” sia servito come necessità fonica per superare l’emergenza della stabilizzazione dei precari.
Le elezioni in Umbria hanno dimostrato che l’elettore fesso non è e punisce duramente gli inciuci da parte di reciprocamente si è gettato fango.
Filippo Cardinale
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