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PARCO TERME, LA SFILATA PROPIZIATORIA DI NELLO & GAETANO

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Si sono scomodati uno da Palermo, l’altro da Catania. Uno assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, l’altro presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Si sono scomodati con un caldo che a terra, in Sicilia, ha toccato i 50 gradi, sono giunti a Sciacca nell’auto climatizzata e scortata.

Sfidare il caldo subsahariano sarebbe stato eroico per comunicare Urbi et Orbi la certezza della pubblicazione del bando per l’affidamento delle strutture termali. Comunicare che il bando riguarda l’intero patrimonio termale al quale è stato evitato lo spezzatino. Invece, non è così. Il bando, non si parla più di manifestazione di interesse, dovrebbe essere pronto nei primi di settembre, ma non include il patrimonio di San Calogero, stufe e alberghi.

Come i due stilisti Dolce & Gabbana (negli Atri ad agibilità movibile), Gaetano & Nello hanno sfilato per il Parco delle Terme messo su alla meno peggio dopo 4 anni di chiusura criminale da parte della Regione che oggi è presente per riaprire i cancelli per la fruizione del solo giardino, senza bar e senza piscine annesse. Quella Regione che sotto il Governo di centrosinistra guidato da Rosario Crocetta decise di chiudere tutte le strutture termali.

Dallo stabilimento al Parco, dalle piscine alle stufe, dal Grand Hotel al bar. Solo l’apertura del Parco, con la transenna per l’aria che conduce al bar. Un parco senza anima, senza la vita del Grand Hotel delle Terme, senza il bar, senza la piscina, senza lo stabilimento. Un fazzoletto di verde lontano anni luce dallo splendore del Parco sotto la guida di Pasquale Mannino, e che oggi apre i suoi cancelli in un contesto simile al nulla del dopo disastro di Chernobyl.

Una passerella solitaria del minuto popolo politico formato dalle solite facce viste e riviste e che alza la propria testa sempre in prossimità di prove elettorali.

Una passerella alla quale la città si è assuefatta sconcertata ma nei confronti della quale non trova la forza, né l’energia per essere presente a protestare energicamente. E’ facile mostrare la propria rabbia con la tastiera trincerati dietro profili, veri o falsi, di Facebook. Ma di fronte alla faccia tosta della politica, fa il paio l’assurda indifferenza di una città che con la chiusura delle sue Terme ha subito una violenza inaudita oltre ad un danno di dimensioni enormi.

Una passerella che non è un segnale per la città di un passo in avanti. E’ il segno, invece, di un piede che è prigioniero di una palude che inghiotte il rilancio della città, la valorizzazione delle Terme.

Il segnale vero è quello che dà il via alla valorizzazione delle Terme con l’affidamento a privati, per l’intero patrimonio. Segnale vero non è anche la pubblicazione del bando, ma la sua concretezza, cioè il passaggio dei beni alla gestione del privato. Perché se il bando, quando sarà pubblicato, andrà deserto, per la città di Sciacca sarà un’ulteriore mazzata. E mentre la città degrada, la politica ne esce indenne, senza pagare conto. Forse, la politica è diventata solo una passerella autoreferenziale.

 

 

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