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OSPEDALE CIVICO, ARRESTATI PRIMARIO E INFERMIERI PER TRUFFA PER PROTESI E RICOVERI IN OSPEDALE

ospedale Palermo - Foto da Francesco Nuccio Foto Pronto soccorso ospedale civico con scritta in arabo

Un primario, 2 infermieri e un informatore sanitario sono stati arrestati a Palermo per truffa nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Nas. Nei confronti di Natale Francaviglia, direttore unità complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Civico, degli infermieri Santo Montemurro e Michele Bruno e l’agente di commercio della società Servizi Medicali srl Francesco Tarallo, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

L’indagine riguarda l’utilizzo di protesi mediche e di ricoveri in ospedale. Complessivamente nell’inchiesta sono coinvolti 15 indagati tra medici e infermieri. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dal Nas del capoluogo, con servizi di osservazione e pedinamento, ispezioni ed anche attraverso attività tecnica di intercettazione, avrebbero  permesso di scoprire un’articolata organizzazione finalizzata a perpetrare truffe ai danni del servizio sanitario regionale, mediante la falsificazione di documenti e registri di carico e scarico del materiale protesico utilizzato negli interventi di chirurgia cranica e della colonna vertebrale, in particolare dichiarando l’uso di dispositivi medici in numero notevolmente superiore rispetto a quello realmente impiantato sui pazienti nel corso degli interventi chirurgici.

Inoltre, in tale contesto, il direttore, con la collaborazione di altri medici ed infermieri della sua Unità Operativa, faceva bypassare ai propri pazienti privati, paganti, le liste d’attesa per gli interventi chirurgici, facendoli figurare come se avessero seguito le normali procedure istituzionali di ricovero.

Con la medesima Ordinanza il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo, per equivalente, della somma di 43.724 euro, quale profitto di reato, da eseguirsi, oltre che nei confronti degli arrestati, anche nei confronti di altri due soggetti non colpiti da provvedimento restrittivo, rispettivamente un infermiere dello stesso ospedale e l’amministratore della società fornitrice dei dispositivi medici.

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