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NOTAIO PALERMO, IL RIESAME SI PRONUNCIA ENTRO IL 2 GENNAIO

La decisione del tribunale del Riesame, composto dai giudici Francesco Provenzano, presidente, e Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde, avverrà entro il 2 gennaio. Si pronuncerà sull’appello e sul ricorso riguardo il sequestro preventivo dei conti correnti bancari e fondi di risparmio intestati al notaio Filippo Palermo, di 53 anni, di Menfi. La Procura è convinta che sia stata compiuta la truffa e che il sequestro deve interessare non soltanto i conti correnti riguardanti la professione, ma tutti i conti correnti del notaio.

Per la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Vaccaro e Antonino Caleca, invece è una questione natura fiscale e quindi il sequestro deve essere annullato.

 Il notaio è indagato per una presunta truffa, di poco meno di 1,8 milioni di euro. Ieri sono state presentate dal collegio difensivo due memorie per dimostrare che non c’è alcuna truffa. Nell’udienza di ieri  ha discusso il sostituto procuratore Michele Marrone.

Secondo la Guardia i Finanza, il notaio Filippo Palermo, tra il 2012 e il 2017, a seguito delle prestazioni rese ai clienti, emetteva la fattura specificando due voci distinte: la prima con l’onorario professionale, che sarebbe stato sempre di basso importo, soggetta a tassazione, e la seconda, esclusa dalla base imponibile, relativa agli importi trattenuti a nome e per conto del cliente che riguardavano le imposte da versare all’erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti. Dagli accertamenti eseguiti sarebbe emerso che la somma che il notaio si faceva consegnare dai clienti per gli adempimenti fiscali era notevolmente superiore alle imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco.

La guardia di finanza, nel comunicato stampa seguito dopo il sequestro,  ha evidenziato che il notaio era stato sottoposto ad una verifica fiscale che, per il solo anno d’imposta 2012, “ha permesso di constatare oltre 407.000 euro di base imponibile sottratta a tassazione ed una imposta evasa complessiva di circa 290.000 euro; a tal riguardo il notaio ha già corrisposto all’erario la cifra di 304.000 euro, pagati in un’unica soluzione”.

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