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Non c’è pace per AICA, anche Codacons critica il Cda: “Scalia manifesta tutto il suo livore contro le associazioni della Consulta”

AGRIGENTO- Forse c’è più polemica che acqua. E per una società pubblica che gestisce il servizio idrico in provincia non è cosa buona. La dura lettera di qualche giorni fa della commissaria Scalia ha alimentato ulteriormente la polemica con la Consulta delle associazioni, organo previsto dallo statuto dell’Aica. E oggi è Codacons ad intervenire in modo altrettanto duro.

“La commissaria AICA, Scalia, in mancanza di argomentazioni, “viene fuori al naturale” e manifesta tutto il suo livore contro le associazioni costituenti la Consulta, unici baluardi di difesa dei diritti dell’utenza, minacciando querele ritorsive”, scrive l’associazione dei consumatori.

Nelle scorse settimane, l’Osservatorio per la tutela dei diritti del Consumatore del Servizio Idrico Integrato, aveva posto alcuni importanti interrogativi all’ente di governo d’ambito, ATI, al gestore pubblico AICA, al sindaco di Agrigento, ai suoi danti causa e ai suoi dirigenti tecnici, relativi sia all’appalto per la nuova rete idrica cittadina, all’aumento incontrollato delle tariffe idriche, ma anche rispetto agli altri programmi investimenti necessari a superare l’eterna crisi del servizio, in tutte le sue componenti.

“Nessuna risposta nel merito è stata mai fornita, né dall’ATI, né da AICA, né dal sindaco del capoluogo, pur nella oggettiva consapevolezza del grande interesse per ciascun cittadino utente rispetto ai temi posti in discussione”, chiosa Codacons. .

Ieri, la commissaria Scalia “ha trovato il tempo per una risposta alterata e scomposta, nei confronti di un altro Organo statutario, la Consulta delle Associazioni, di cui pure Codacons è parte attiva”, è scritto nella replica di Codacons.

“La risposta a tutte le considerazioni e le richieste che la Consulta – sin dal suo insediamento, ininterrottamente, in piena libertà e interpretando le reali esigenze dell’utenza – sottopone ai vertici AICA e ATI, nell’esclusivo interesse degli utenti, andrebbe del manuale della cattiva amministrazione della cosa pubblica: alla incapacità di dialogo, alla inconsistenza delle argomentazioni, alla latitanza comunicativa verso gli interrogativi posti dagli utenti e dalle associazioni che li rappresentano, oggi si aggiunge la deliberata ed esibita volontà intimidatoria, attraverso il ricorso alle querele”, continua Codacons che ritiene “la comunicazione della Scalia un vergognoso tentativo di mascherare le inefficienze, proprie e dei propri dirigenti, di cui è difficile fare un elenco esaustivo”.

Codacons ripropone ancora interrogativi rimasti senza risposta:

“Codacons, nell’esprimere apprezzamento e fiducia rispetto al lavoro della Consulta delle Associazioni, auspica l’intervento urgente di ogni Autorità a ciò preposta, e si riserva di individuare ogni occasione utile a stimolare un dibattito pubblico su questi temi di interesse generale”.

 

 

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