Site icon Corriere di Sciacca

NIENTE ACQUA DAL CONSORZIO, PRODUTTORI SACCENSI PROTESTANO SENZA POLITICA E SINDACATO

Non si fidano della politica e forse nemmeno delle organizzazioni professionali di categoria visto che hanno deciso di protestare da soli e di rivolgersi ad un legale. Sono un centinaio di produttori agricoli di Sciacca, pronti a denunciare i responsabili del Consorzio irriguo se non riceveranno acqua per i loro terreni.

Lo stato di agitazione della categoria dura già da alcune settimane, dall’istante in cui il Consorzio di bonifica Agrigento 3 li ha diffidati per i mancati pagamenti relativi all’integrazione 2015. Il Consorzio non intende fornire acqua alle aziende agricole che non hanno pagato l’integrazione, con i rischi concreti di perdere le produzioni in corso. Una situazione di grave emergenza quella che i produttori denunciano, segnalata in più occasione alle autorità politiche locali per potere avviare un dialogo che porti ad una soluzione.

Questa volta il problema non è il costo elevato dell’acqua per uso irriguo, ma il rischio di non avere risorse idriche proprio in piena estate, con molti raccolti che sono in fase di crescita e richiedono aiuto idrico.

“Da settimane lanciano richieste di aiuto – dice Nino Ciaccio – ma di concreto non ci sono risposte, anche quando vediamo che c’è un impegno da parte delle autorità politiche del nostro territorio alle quali abbiamo rappresentato la situazione. Ora ci siamo rivolti ad un legale – aggiunge – con cui avviare un’azione di denuncia anche all’autorirà giudiziaria. Qui si tratta di interruzione di pubblico servizio, non è possibile tagliare l’approvvigionamento solo per una integrazione che risale a qualche anno e che noi contestiamo, in quanto non dovuto secondo il nostro parere”.

I produttori saccensi si sono riuniti in assemblea con un legale, l’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, ed è stata una delle rare volte che a coordinare tale stato di agitazione non sono le organizzazioni professionali agricole, delle quali a quanto pare, non si fidano più.

Giuseppe Recca

Exit mobile version