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MY ETHANOL, ARRIVA IL PARERE DELLA STA: “PRODUZIONE ALIMENTARE NON CHIMICA”

Il progetto della My Ethanol per la costruzione e l’esercizio in contrada Piana Scunchipani di un impianto di biometano e di un impianto fotovoltaico non risulta soggetto alla disciplina dell’Autorizzazione Intergrata Ambientale e l’attività svolta, sia nell’attuale configurazione che a seguito delle modifiche, non rientra nella categoria “Combustione di combustibili in installazione con potenza termica nominale totale pari a superiore a 50 Mega Watt”.

E’ questo, in sintesi, il parere trasmesso dalla Struttura Territoriale dell’Ambiente di Agrigento e Caltanissetta, in seguito ad una specifica richiesta avanzata dal Libero Consozio Comunale di Agrigento. Quest’ultimo aveva chiesto di valutare se l’intervento era da valutare come modifica sostanziale e un parere di merito all’eventuale assoggettibilità dello stabilimento in oggetto all’autorizzazione integrata ambientale.
Esaminata la documentazione, la struttura interprovinciale si è espressa ed ha trasmesso il proprio parere al Libero Consorzio e al Comune di Sciacca, e per conoscenza naturalmente anche alla My Ethanol.

La Struttura Territoriale Ambiente riferisce nella nota che a seguito delle modifiche proposte la potenza termica complessiva rimarrà invariata e la quantità di prodotti finiti in uscita dall’impianto sarà pari a 73,5 tonnellate al giorno rispetto alle attuali 30.

Secondo l’esame della documentazione è emerso che la potenza termina nominale complessiva della caldaia e del forno essiccazione, risulta inferiore alla soglia dei 50 MW. E non rientra nemmeno nella categoria “trattamento e conservazione di sole materie prima con una capacità di produzione di prodotti di oltre 300 Mg al giorno o 600 Mg al giorno se l’installazione è in funzione per un periodo superiore a 90 giorni consecutivi all’anno”.

Secondo la struttura territoriale per l’ambiente, l’impianto non rientra inoltre nella categoria industria chimica produzione di prodotti chimi organici, in quanto l’alcol prodotto si configura come prodotto alimentare e non come prodotto chimico. Vista la potenzialità dell’impianto il progetto non rientra tra gli impianti per il trattamento e la trasformazione di materie prime vegetali con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno su base trimestrale, e non è quindi soggetto a verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale

Sono invece valutate come modifiche sostanziali, e il gestore dovrà richiedere l’autorizzazione, per quanto riguarda l’aspetto delle emissioni in atmosfera, in quanto le trasformazioni proposte dal gestore comporteranno una modifica quali-quantitativa delle emissioni derivanti dalle attività condotte nello stabilimento, ed in particolare nella fase di biossidazione accelerata del digestato condotta in biocelle. Tali emissioni, sulla base di quanto riportato nella relazione tecnica, verranno convogliate, aspirate e trattate, tramite scrubber e biofiltro.

Il sindaco di Sciacca non appena ricevuta la nota della Struttura territoriale per l’ambiente, ha provveduto ad inoltrarla alla professoressa Patrizia Livreri ed ha trasmesso alla stessa struttura una nota di contestazione riservandosi controdeduzioni e di adire le competenti autorità giudiziarie. Il primo cittadino ha voluto infine inoltrarla anche a tutti i consiglieri comunali. 

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