Site icon Corriere di Sciacca

MOZIONI DI SFIDUCIA NASCONO. LE OPPOSIZIONI AL LAVORO PER PRESENTARLA

C’è un’intensa attività politica che vede interessate le varie forze dell’opposizione. Qualche giorno fa è stato il M5S a sollecitare la mozione di sfiducia. I pentastellati, in verità, avevano lanciato la proposta prima della stagione estiva. Ma il sol leone ha rimandato il tutto. Oggi i tempi sembrerebbero maturi e, infatti, c’è in corso un’attività di incontri tra le forze politiche. A questo si deve aggiungere la novità della fuoriuscita dalla maggioranza dei tre consiglieri comunali di Italia Viva.

Numericamente, oggi la cifra per approvare l’eventuale mozione di sfiducia è tra 15 e 16 consiglieri comunali. Cifra, questa, che permette la conclusione di un atto che porrebbe fine anticipatamente al mandato sindacale e consiliare.

Chi immagina che Italia Viva abbia lasciato aperto uno spiraglio di trattativa con il sindaco Francesca Valenti probabilmente sbaglia. Dopo l’invito di Nuccio Cusumano al sindaco di “chiudere le porte”, appare difficile una retromarcia. E’ vero che in politica è tutto possibile, ma ci sono anche dei militi. La lite tra Cusumano e Valenti è talmente eclatante e pubblica che ai due verrebbe difficile innestare una retromarcia. Sarebbero ambedue non più credibili.

Dunque, sia le componenti del centrodestra che il M5S sono al lavoro per la stesura della mozione di sfiducia. In verità, non è escluso che nella corsa alla redazione della sfiducia possa inserirsi anche Italia Viva.

SI POTREBBE VOTARE A MAGGIO PROSSIMO. Per mettere su una tempistica è necessario che ci siano delle condizioni temporali. Nel prossimo mese di maggio (la data del voto deve essere ancora deliberata dalla Giunta di Governo regionale) sono previste elezioni in diversi Comuni della Sicilia che termineranno il quinquennio. Tra questi, nella nostra provincia, Ribera e Agrigento. Sciacca, in caso di approvazione della mozione di sfiducia, potrebbe tornare al voto, dunque, nel mese della Madonna. Ma ci sono alcuni tempi da rispettare.

La mozione di sfiducia deve essere presentata entro il 30 gennaio. Quello che è rimasto della fu maggioranza, otto consiglieri, oggi dispone solo della leva del potere della Presidenza del Consiglio comunale che può adoperare tutto il tempo massimo (30 giorni) per convocare una seduta con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia. Il tempo massimo per approvare la sfiducia dovrebbe essere il 29 febbraio. Dall’approvazione della mozione, il decreto del Presidente della Regione potrebbe essere emesso entro 20 giorni. L’indizione dei comizi avviene 60 giorni prima della data delle elezioni.

Se le elezioni per i Comuni siciliani che completano il quinquennio avvengono la seconda domenica di maggio, il 15, appare evidente come i tempi sono abbastanza stretti. Ma non impossibili. Ecco perché, se le opposizioni hanno intenzione di portare al voto subito gli elettori saccensi, devono accelerare i tempi della presentazione della mozione di sfiducia possibilmente prima della fine di gennaio.

Approvata la mozione di sfiducia, la Regione nomina un commissario ad acta che amministrerà il Comune fino all’insediamento del nuovo sindaco.

COMMISSARIAMENTO. Se la tempistica sopra narrata dovesse trasbordare, è ovvio che il commissariamento del Comune avrà tempi più lunghi. Potrebbe slittare fino alla prima tornata utile di elezioni se si va oltre quella di maggio prossimo. Non è impossibile che si possa votare in autunno, è più possibile nella primavera del 2021. Ma la domanda appare spontanea: ma l’arrivo del commissario ad acta è un trauma per la città? Verrebbe di rispondere al punto di domanda con un no. Anzi, in fondo in fondo, potrebbe apparire come una soluzione idonea per governare l’ordinaria amministrazione con più efficacia rispetto ai tempi cui siamo abituati. Ma c’è un altro aspetto: il commissariamento del Comune sarebbe un necessario calmante al clima politico attuale, ricco di continue guerriglie tra le parti opposte dell’aula consiliare. Con il commissario, la città, paradossalmente, vivrebbe quella “pacificazione” politica auspicata dalle forze politiche presenti in aula consiliare, ma mai attuata perché è sempre guerriglia.

Filippo Cardinale

Exit mobile version