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MORTA A 37 ANNI “MAMMA CORAGGIO”. LOTTO’ ALLO STREMO PER SALVARE IL FIGLIOLETTO

E’ morta “mamma coraggio”, Gisella Dimino D’Aleo saccense di 37 anni. Il decesso è avvenuto stamattina. Risale a qualche anno fa la sua battaglia per salvare il figlio da una malattia genetica rara, l’anemia di Fanconi. Una lotta sostenuta insieme al marito, con forza e tanta determinazione. Una lotta che aveva coinvolto numerose persone in una sorta di gara di solidarietà che ha consentito di poter curare il loro primogenito.

Gisella si è sottoposta anche ad una fecondazione in vitro, con una diagnosi pre impianto in Belgio, essendo vietata in Italia. Una fecondazione per dare una possibilità al bambino affetto dalla patologia. Poi è stata la loro secondogenita a consentire il trapianto di midollo al fratello.

I D’Aleo si sono trasferiti a Genova per anni, lasciando casa, lavoro. La loro determinazione, la loro lotta, hanno consentito al bimbo di vivere. Ma poi un’altra tegola pesantissima che ha spezzato quel clima di serenità: per Gisella è arrivata una grave malattia che in una prima fase era riuscita a contrastare. Poi la ricaduta e oggi il decesso.

“Una grande donna, una mamma straordinaria, un esempio per tutti noi, che ha lottato con tutte le sue forze assieme al marito per salvare il figlio, Davide, affetto da una rarissima malattia genetica. Una battaglia molto difficile, ma alla fine vinta, grazie al suo coraggio e al suo sacrificio, a chi gli è stata accanto, all’affetto della famiglia, alla solidarietà di una città”. Questo il commento del sindaco Francesca Valenti e gli assessori della Giunta che esprimendo le proprie condoglianze al marito, ai figli, a tutti i familiari, agli amici e a quanti le sono stati vicino in questi ultimi anni, quando è stata chiamata a combattere un’altra dura battaglia.

“Una notizia che mi rattrista”, dice l’assessore Carmelo Brunetto, vicesindaco nel 2011 quando si avviò la campagna “aiutiamo Davide” per aiutare i genitori, Gisella Dimino e Pippo D’Aleo, a sostenere i costi per l’intervento che poi ha salvato il piccolo Davide: “Le Istituzioni, le associazioni, varie organizzazioni, semplici cittadini, furono coinvolti in quella gara di solidarietà facendo ritornare il sorriso a Gisella e a Pippo. Ed è con quel sorriso che oggi la ricordiamo”.

Filippo Cardinale

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