La notte degli arresti, due settimane fa, Montante avrebbe provato a distruggere una trentina di pen drive su cui aveva nascosto parte del suo archivio. “Avevo paura che gli uomini alla porta fossero stati mandati dalla mafia per uccidermi”, disse nel primo interrogatorio davanti al gip. Invece, aveva organizzato una grande messinscena per cancellare prove determinanti.
Secondo la Procura, nei giorni scorsi a casa Montante sarebbero entrate anche delle persone non autorizzate. Per fare cosa? Il procuratore aggiunto Gabriele Paci e i sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso hanno già delegato al capo della squadra mobile Marzia Giustolisi nuovi accertamenti.
Domani è prevista la trasferta dei magistrati a Roma per interrogare alcuni degli indagati eccellenti di questo caso, l’ex presidente del Senato Renato Schifani e l’ex capo dei servizi segreti Arturo Esposito.