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Memorie, visioni e visionari

SCIACCA. Il dibattito sulle Terme di Sciacca ancora chiuse sulle prospettive della città, sono al centro delle riflessioni di Franco Zammuto, oggi segretario della Camera del Lavoro di Sciacca, oltre che componente del Comitato civico patrimonio termale e coordinatore di Intercopa, un’associazione che da anni si batte per l’acqua pubblica.

Zammuto, in una nota che ci ha inviato, parla di tre sue “visioni” degli anni Ottanta e Novanta, quando proponeva interventi in immobili pubblici della città che per vari motivi sono o chiusi o in stato di abbandono. E si riferisce al Convento dei Gesuiti che ospita gli uffici comunali, che ha bisogno di un corposo restyling e che potrebbe invece diventare polo culturale di eccellenza; all’ex ospedale di via Figuli: all’ex convento di San Domenico.

Zammuto ha fatto delle riflessioni riprendendole da alcuni suoi vecchi articoli. Le sue considerazioni le ha inviate alla nostra redazione e noi volentieri le pubblichiamo perchè si inseriscono bene nel dibattito sulle Terme e sul futuro di città che vogliamo.

Giuseppe Recca

Per alcuni anni sono stato editore, insieme ad alcuni amici, del settimanale di Sciacca “Otto e1/2”. Al Direttore di tanto in tanto consegnavo qualche articolo che Lui, incurante della pessima forma, pubblicava così come li trasmettevo, forse con l’intenzione di scoraggiarmi e non farmi andare oltre. Ma in ogni caso il senso delle cose che scrivevo era comprensibile: i miei scritti riguardavano per lo più “visioni” sulla mia città.

Una delle prime “visioni” era relativa al palazzo dei Gesuiti sulla Piazza. In quell’articolo proponevo di liberare il palazzo dagli uffici comunali, lasciandovi solo la sede dell’Amministrazione, del Consiglio Comunale e degli uffici necessari alla gestione degli stessi. Con questa scelta, ritenevo e ritengo, si libererebbe il palazzo di circa 300 dipendenti, con la possibilità, facile, di sgombrare il centro dalle auto in sosta degli impiegati e dei tanti cittadini che devono ricorrere giornalmente ai servizi degli uffici. Risultato, facile realizzazione della ZTL e allo stesso modo la possibilità di proporre ai privati l’acquisizione del secondo piano per realizzarvi un albergo. Visionario?

L’altra “visione” riguardava il convento di San Domenico sulla Piazza Mariano Rossi. Lì la questione è più complessa, considerato che i proprietari dell’immobile sono tre diversi enti: il Comune, la Provincia e il Demanio. E’ assolutamente necessario ricondurre tutto ad un unico proprietario per potere sperare nell’approvazione di un qualche progetto. Per questa ragione di progetti se n’è perso già uno. Nel lontano anno 2000 ci aveva, infatti, provato l’Amministrazione Cucchiara, che però non ottenne i risultati sperati, ma riuscì a convincere l’ente Provincia a partecipare al finanziamento della copertura di tutto l’immobile. Questo gli va certamente riconosciuto perché è probabile che, senza quest’intervento di manutenzione, ora avremmo un rudere come la vecchia sede dell’Amato Vetrano, e pure nel centro della città. Ovviamente facendo tornare ad essere la Pizza Rossi una Piazza. Devo dire che questa bella idea, da “visionario”, l’ebbe anche Calogero Bono che, da candidato a sindaco, lo inserì nel suo programma con l’idea di realizzarvi un albergo. A Taormina il famoso San Domenico, anche a Sciacca il suo San Domenico. Visionario anche lui?

Un’altra visione riguardava il vecchio ospedale che rappresenta una “bella cartolina” per chi arriva dal lato ovest della città. Purtroppo anche lì la proprietà è della Regione, che puntualmente lo inserisce tra gli immobili da dismettere alla modica cifra di 2milioni. Nessuno si è mai fatto sentire per l’acquisto. La mia visione è di chiedere alla Regione di consegnarlo al Comune e il Comune proporsi di abbatterlo, almeno nella parte che si affaccia a Via Figuli e magari mantenere quella che era l’ala nuova che è più interna e dà sul viale della Vittoria. Qual è l’idea? Se si demolisse con metà della cubatura si otterrebbero oltre 500 posti auto e l’ala, che per opportunità definiamo nuova, si potrebbe ristrutturare per accogliere gli uffici dove trasferire i dipendenti comunali. In questo modo si può attivare la ZTL, sgombrare il centro storico e farlo diventare la parte elegante della città oltre a risolvere quasi completamente il problema dei commercianti che potrebbero creare il salotto di Sciacca. Ho avuto anche altre visioni, ma credo di avere esagerato.

Ah dimenticavo, qualcuno ha fatto riferimento alla realizzazione del porto turistico, gli sciacchitani hanno questa visione da venti o trent’anni. Ma se non si riapriranno le terme, se non si realizzeranno i parcheggi, se non avremo un servizio idrico e una raccolta dei rifiuti adeguati, tutto questo sarà pura visone.

Sciacca 03-12-2022

Franco Zammuto

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