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MANGIACAVALLO (M5S):” IL COMPLESSO SANTA MARGHERITA È LA SEDE IDEALE PER IL MUSEO REGIONALE DI SCIACCA”

E’ sempre lo stesso filo conduttore che unisce le opere pubbliche siciliane, e che interessa, senza dubbio, anche Sciacca. Dopo 27 anni e soldi spese per la riqualificazione, il

“Museo regionale di Sciacca”, uno dei pochi in Sicilia, rimane chiuso. E pensare che risale al 1991 la legge regionale per la sua istituzione. Sulla vicenda interviene il deputato regionale di M5S, il saccense Matteo Mangiacavallo. In verità, già nel corso della scorsa legislatura il deputato regionale aveva piu volte incontrato l’Assessore regionale ai Beni Culturali e la Sovrintendente ai Beni Culturali di Agrigento per verificare le condizioni per la musealizzazione del complesso Santa Margherita.

Mangiacavallo, in queste ore, ha presentato  un’interrogazione al Governo regionale per chiedere di accelerare il processo di trasferimento dei beni e la musealizzazione del Complesso Santa Margherita.

“Sciacca ha avuto la fortuna di avere una legge che istituisce un Museo Regionale – dichiara Mangiacavallo – ha i locali adeguati per ospitare tale Museo, ovvero il complesso Santa Margherita, e detiene reperti nonché opere artistiche di valore inestimabile che potrebbero essere contenuti in quella struttura, sita nel centro storico della città. Per scelte politiche scellerate di un recente passato tutto questo non si è mai potuto concretizzare e il Museo Regionale è rimasto un sogno. Sogno che noi del M5S vorremmo realizzare.”

Il complesso Santa Margherita, di proprietà dell’ASP di Agrigento, era stato affidato nel 2003 alla Fondazione Pardo, che non ha mai svolto le attività previste dall’atto costitutivo e non ha mai utilizzato la struttura in sua gestione. “L’Assessorato regionale ai Beni Culturali avrebbe potuto stanziare i fondi necessari per rimettere in funzione il Complesso Santa Margherita quale Museo Regionale ma doveva prima ottenere la disponibilità di tale bene”, aggiunge Mangiacavallo che si è attivato affinché la Fondazione Pardo restituisse il Complesso all’ASP, “al fine di consentirne il trasferimento al patrimonio regionale per completare l’Iter e il successivo finanziamento”.

 

 

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