Site icon Corriere di Sciacca

MANDRACCHIA: “SONO MATURI I TEMPI PER DICHIARARMI INDIPENDENTE”

Per il consigliere comunale Paolo Mandracchia i tempi per dichiarare la sua indipendenza dai brandelli della fu maggioranza “sono maturi”. Impegnato nei mesi scorsi a varare il Frantoio della cooperativa che presiede, Unione Produttori Oliviocoli Sicilia, un gioiello di tecnologia a cui fanno capo 1.167 soci e con  riconoscimento IGP, DOP e BIO, Paolo Mandracchia, nella nostra intervista,  si toglie diversi sassolini e non dimentica l’affronto “dell’agonia durata 75 giorni culminata con l’azzeramento della prima giunta Valenti”. Mandracchia passa dall’azzeramento della Valenti al successo di un nuovo frantoio che produce un eccellente olio extra vergine di oliva.

Qual è il momento in cui la coalizione comincia a sbriciolarsi?

“L’ex maggioranza è diventata tale il 12 settembre 2018, quando il sindaco Valenti ha deciso autonomamente, o supportata dai partiti, intendo il PD, decisero di azzerare la giunta. Poi abbiamo sentito in Consiglio comunale, e nelle varie dichiarazioni rilasciate, che si dividevano l’onore. Una volta era il sindaco che aveva deciso di azzerare in autonomia, un’altra volta, invece, erano stati i partiti a decidere collegialmente. Nessuno di questi si era reso disponibile a dire la verità.  Ricordo che mai nessuno ha conosciuto i motivi dell’azzeramento. Un mistero: c’è chi lo imputa a fattori politici. A me non sembra che la prima giunta Valenti potesse essere annoverata come una giunta inoperosa. Quella giunta ha prodotto progetti finanziati, il risultato eclatante della raccolta differenziata al 74%, partendo da uno scarso 30%. Un 74% rimasto acquisito e non ha conseguito miglioramenti. Tutte quelle azioni che richiedevano impulso e vigilanza non sono state messe in atto dopo l’azzeramento. Ad esempio, le telecamere al porto (sono tre n.d.r.)  sono funzionanti e non sono mai stati scaricati i files. Ancora oggi ci ritroviamo a vedere i rifiuti abbandonati nel porto nonostante il servizio di videosorveglianza funzionante”.

Anche il randagismo è passato nel dimenticatoio.

“Abbiamo eseguito 180 sterilizzazioni in 14 mesi. Dopo l’azzeramento il problema del randagismo non mi pare sia stato affrontato adeguatamente. Molto probabilmente perché, fortunatamente, non sono accaduti fatti eclatanti che hanno attirato l’attenzione dei media nazionali. La città continua ad essere preda di branchi di randagi creando problemi alla collettività. Anzi, aumentano di numeri. E’ ovvio che bloccando le sterilizzazioni le nascite si moltiplicano. Non vedo nessuna “terapia d’urto e nessun cambio di passo”.

Con la giunta 2 cosa è cambiato?

“Sono cambiati i numeri che in politica hanno un loro valenza. La prima Giunta contava una maggioranza di 14 consiglieri della coalizione, la seconda ha ridotto la cifra a 12, tenendo presente la mia presenza e disponibilità per trattare punti importanti. Oggi è ancora peggio perché dagli 11 consiglieri “ufficiali” si potrebbe scendere a 8. Certamente, non è un dato da sottovalutare”.

Il sindaco Francesca Valenti ha nominato in due anni e mezzo 13 assessori. Una media di sopravvivenza molto limitata.

“Certamente. Magari vuole battere ogni record, in verità già battuto quello della storia politica saccense, emulando Crocetta. In verità, si dimostra il fatto che non c’è un’idea chiara di come portare avanti l’amministrazione e soprattutto è evidente che c’è una poca stabilità nella residua coalizione rimasta”.

Cosa la lega alla coalizione?

“Ancora oggi un rapporto di stima e di amicizia con Fabio Leonte. Un rapporto che non è collegabile alla fatto che possa non fare più l’assessore con la mia uscita dalla coalizione. Non credo che la Valenti possa fare a meno di un’esperienza come quella di Leonte, anche per la conoscenza della macchina amministrativa. Ma c’è un altro motivo, come ho specificato nella seduta consiliare in occasione dell’approvazione del bilancio. In esso erano contenuti i progetti che ho seguito con la stretta collaborazione degli uffici e che impegnavano 4 milioni di finanziamenti comunitari che sono andati a buon fine. Le attività  legate al milione e mezzo di euro di mutui che si erano persi già il 30 novembre del 2018 in una prova di forza da parte del sindaco che era assolutamente da evitare. La Valenti sosteneva di essere numericamente autosufficiente. Così non è stato e quella conta fu la “prova provata” che determinò la scarsa visione politica del sindaco”.

A quando l’indipendenza in Consiglio comunale?

“I tempi sono maturi. Ho avuto diverse conversazioni con il gruppo storico. Se dovessi tenere conto di quello che è uscito dalle varie riunioni, avrei dovuto rendermi indipendente già da tempo. Il rapporto con Fabio Leonte mi ha fatto rallentare, ma adesso i tempi sono maturi. Devo compiere solo un ulteriore passaggio, proprio per essere corretto fino in fondo e avvisare chi mi rappresenta in giunta”.

Da quando non partecipa alle riunioni di coalizione? 

“Dall’ottobre 2018. Fu quasi una fucilazione quando partecipai ad una riunione di maggioranza per trattare la vicenda della bretelle per contrada Bordea. Qualcuno disse che l’Anas voleva consegnare al Comune tutte le bretelle fino a Scunchipani. Io dissi che mai l’Anas aveva imposto una cosa del genere. L’assessore del tempo mio disse che era una “castroneria”. I fatti, poi, hanno detto ben altro. Mi sono accorto che le riunioni servivano solo a ratificare vicende a “tentativi”, senza una vera cognizione dei fatti. Quando rivestivo la carica di assessore veniva detto che i consiglieri avevano un ruolo importante, erano “l’anima” dell’azione amministrativa perché la supportavano. Nel momento in cui mi fu revocato l’incarico assessoriale e  ho ripreso il ruolo di consigliere comunale, stranamente, quel ruolo primario l’avevano gli assessori. Mi sono ritrovato sempre nel posto sbagliato!”

Cosa pensa dello scontro tra Italia Viva e il sindaco Valenti?

“Io non posso utilizzare parole mielate nei confronti del leader di Italia Viva perché lo ritengo, unitamente al sindaco e ad altri operatori della politica, il responsabile del primo azzeramento anche se, a parte invertite, dichiarano la loro estraneità. Rimango convinto che quella scelta non poteva avere un solo autore. E se il singolo oggi viene a dire che non aveva voce in capitolo, forse è ancora più grave. Non si può partecipare alla costruzione di una coalizione e poi, quando questa viene frantumata per scelte di partito o ancor più gravi personali, ci si defila dalle responsabilità. O sei  parte attiva o se non sai nulla è ancora più grave”.

Il profilo del civismo del progetto Valenti non esiste più.

“Politicamente è stato un errore gravissimo. La città ha votato e premiato una persona distante dai partiti. La scelta di aderire ad un partito porta ad una scelta di campo. Una scelta che non rispecchia l’idea civica della gente. Basta ricordare la campagna elettorale. Il sindaco non ha mai dato la possibilità agli assessori designati di intervenire durante i comizi. Il sindaco ha impostato la campagna elettorale trasmettendo l’immagine di una donna libera dagli schemi politici e partitici. L’aver aderito al Pd è stato in controtendenza con quanto affermava in campagna elettorale”.

Un’Amministrazione che è segnata dagli annunciati  “cambio di passo”, ripetuto diverse volte ma mai praticato.

“Sono convinto che i sindaci, dopo l’elezione, dicono di voler collaborare con l’opposizione. Ma on si può certo chiedere un’apertura quando si è con l’acqua alla gola e chiedere una mano per essere salvati.  La collaborazione deve essere leale. Mi rendo conto che non è possibile sedersi attorno ad un tavolo per tutte le attività che si devono portare avanti, ma sui grandi temi è necessario togliersi lo scudetto dell’appartenenza politica”.

Filippo Cardinale

Exit mobile version