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MAFIA, LA CASSAZIONE ORDINA LA SCARCERAZIONE DI DOMENICO FRISCIA

Scarcerazione per il saccense Domenico Friscia di 56 anni. Lo ha deciso la 1^ Sezione penale della Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Palermo lo scorso ottobre 2018. Friscia è stato coinvolto nell’operazione antimafia Opuntia e proprio lo scorso gennaio, il pubblico ministero della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, aveva chiesto in capo a Friscia 12 anni reclusione.

A Domenico Friscia viene contestato di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Sciacca e di essere stato  consigliere di Bucceri nell’organizzazione e nella gestione delle illecite attività, prendendo parte ad incontri e riunioni con il medesimo e con altri esponenti di vertice di Cosa nostra della medesima famiglia mafiosa di Menfi.

Gli imputati del processo sono sei. Friscia è difeso dall’avvocato Teo Caldarone. Friscia era in carcere dal febbraio del 2018. Nel processo in corso di dibattimento col rito abbreviato che si celebra a Palermo, Friscia è assistito dagli avvocati Francesco Graffeo e Teo Caldarone.

Le indagini fanno perno anche sulle dichiarazioni di Vito Bucceri che ha collaborato con gli investigatori. Ha iniziato a collaborare subito dopo la scarcerazione, nell’agosto del 2016.

Il pm Sinatra ha chiesto, complessivamente, 48 anni e 8 mesi di carcere. 12 anni di reclusione per Friscia. Per il medico di Menfi Pellegrino Scirica, di 63 anni, 10 anni e 8 mesi; 10 anni di reclusione per Vito Riggio, di 32 anni, di Menfi; per i due fratelli Alesi, Giuseppe, di 48 anni, e Cosimo, di 53, pure loro menfitani, il pm ha chiesto 8 anni per il primo e 6 anni per il secondo. 2 anni di pena per il collaboratore di giustizia Vito Bucceri, di 46 anni.

La discussione delle difese inizierà il prossimo 5 marzo.

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