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MAFIA DELL’EOLICO: EMERGE UN FORTE COLLEGAMENTO TRA MAFIA, IMPRENDITORIA E POLITICA

«Il settore delle energie rinnovabili, essendo un contesto di grosso rilievo economico, non poteva non suscitare gli interessi della mafia». Lo ha detto Francesco Messineo, capo della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nel corso della conferenza stampa per illustrare  l’operazione antimafia dei carabinieri, denominata «Mandamento», conclusasi con l’arresto di sei persone ritenute “vicine” al boss latitante Matteo Messina Denaro. L’indagine dei carabiieri del Comando provinciale di Trapani e del Ros ha consentito di far luce sui sommersi affari dei clan trapanesi nell’ambito delle energie rinnovabili.

«La mafia del Trapanese – ha aggiunto Messineo – è soprattutto mafia d’affari che ricorre alla violenza per intimidire e sottomettere la concorrenza». Dalle pagine dell’inchiesta, secondo quanto reso noto dal procuratore Messineo, «è emerso un forte collegamento tra mafia, imprenditoria e politica».

Alla conferenza stampa, che si è svolta nel Palazzo di Giustizia di Palermo, hanno partecipato anche il procuratore aggiunto Teresa Principato, il capo del Ros dei carabinieri, il generale Mario Parente, e il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fernando Nazzaro.

Nel quadro dell’indagine sono stati sequestrati beni per 10 milioni di euro. I carabinieri hanno accertato l’infiltrazione delle “famiglie” mafiose di Castelvetrano e Salemi in attività legate alle energie rinnovabili, realizzata attraverso. Questa infiltrazione sarebbe stata condotta dalla «sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani».

I soldi intascati illecitamente sarebbe stati utilizzati parzialmente per sostenere la latitanza del boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro. Quest’ultimo aspetto dell’indagine sarebbe stata esclusiva prerogativa di Salvatore Angelo.

I tentacoli della mafia hanno toccato parchi eolici di Sciacca (Ag), di Santa Margherita Belice (Ag), Contessa Entellina (Pa), di Castelvetrano e di Montevago (Ag), ma anche un parco fotovoltaico di Ciminna (Pa). Inoltre i militari hanno individuato il casolare nelle campagne di Castelvetrano dove il defunto boss Francesco Messina Denaro trascorse da latitante gli ultimi tempi della sua vita.

Gli arrestati dell’opreazione “Mandamento” sono: Gioacchino Villa, 48 anni, Santo Sacco, 51 anni, Paolo Rabito, 45 anni, Salvatore Pizzo, 45 anni da Terrasini, Gaspare Casciolo, 77 anni (al quale sono stati dati i domiciliari), e Salvatore Angelo, imprenditore, 63 anni da Salemi.

Redazione Corriere

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