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L’ATTEGGIAMENTO DEL MONDO DEL CALCIO E DEI MEDIA CON LO SPONSOR ILLECITO

Una sorta di italica indignazione aveva già attraversato la Penisola quando, qualche tempo fa, una società legale (e quindi con concessione rilasciata dallo Stato) era stata abbinata alla nostra Nazionale di Calcio! Vi era stato un tam-tam mediatico così forte e “violento” con relativa alzata di scudi nei confronti di chi aveva permesso e concesso “questo scempio senza precedenti”: vi erano stati anche risvolti a livello politico ed istituzionale e l’indignazione così propugnata era, comunque, nei confronti di una società assolutamente legale con il solo torto (se così si può dire) di far parte del mondo del gioco d’azzardo e di essere abbinata all’attività calcistica dei nostri Azzurri.

Ma questa esperienza non è stata sufficiente, evidentemente. Si è passati al paradosso dell’abbinamento tra mondo del calcio e mondo delle scommesse, oltretutto illecite! E dopo di questo nell’italico Paese si pensa di aver visto tutto ed il contrario di tutto. Ma ora, ciò di cui si parla nei media è che tale decisione di sponsorizzazione della Lega di Serie A potrebbe danneggiare persino l’industria dei giochi da casino ed i consumatori: questa iniziativa di marketing alquanto deprecabile potrebbe celare, dietro l’accordo siglato tra il bookmaker estero ed appunto la Lega, una serie di pericoli oltre che, come detto, evidenti contraddizioni.

E sopratutto quello che indigna particolarmente è la assoluta mancanza di reazione da parte dell’opinione pubblica: ma come, per anni un certo tipo di cittadinanza perbenista ha lanciato strali, insulti, ostracismo nei confronti del mondo del gioco pubblico (e quindi legale e “riserva di Stato) ed ora che viene proposto uno sponsor “illecito” legato all’italico calcio, gioco tra i più amati, non succede nulla? Va bene, quindi, all’opinione pubblica avere uno sponsor straniero ed illegale? Questo si aggiunge ai paradossi ed al mal costume che quando si parla del mondo del gioco non ha sinceramente limite.

Ma i paradossi non finiscono qui e forse sono persino più evidenti: si pensi al divieto di promozione di giochi con vincita in danaro in televisione che è stato invocato e richiamato ed adottato dalla Rai, in anticipo. Infatti lo stesso Ente qualche tempo fa si è auto-disciplinato, eliminando dai propri canali le società di gioco, salvo poi ritrovarsi, indirettamente, a promuovere sui propri canali satellitari l’offerta illegale, per via delle schermate che compaiono durante le partite di Serie A e che pubblicizzano un bookmaker non autorizzato.

Qui, va anche aperta una parentesi e fatta una constatazione inevitabile: l’insuperabile difficoltà di distinguere la illegalità dalla legalità da parte dell’opinione pubblica. Si pensava che dopo tanti anni di presenza sul mercato e sul territorio dell’offerta legale (e, quindi, concessa dallo Stato) e di battaglie nei confronti del gioco illecito tutto questo avrebbe dovuto insegnare qualche cosa ed, invece, a quanto pare non è così.

Ne deriva, quindi, che se la società straniera che ha siglato l’accordo con la Lega di Serie A è priva dell’autorizzazione dei Monopoli di Stato la sua attività non può essere oggetto di promozione pubblicitaria in alcuna forma, inclusa quella in occasione di eventi calcistici: ci si auspica, quindi, una presa di posizione della Lega, delle istituzioni pubbliche e private che hanno dimostrato in passato una grande sensibilità nei confronti della pubblicità delle società di gioco a distanza e del comparto delle scommesse. É un avvenimento contrario a qualsiasi logica e moralmente alquanto discutibile… o no?

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