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L’ATI AGRIGENTINA CERCA DIRETTORE CON BANDO IN…DUE TEMPI. ALCUNI PARADOSSI

L’Ati (Assemblea territoriale idrica) di Agrigento cerca direttore dell’Ufficio e lo fa in due tempi. Un primo bando seguito dopo 23 giorni da un’integrazione. Il motivo risiede nella possibilità  di far partecipare anche chi possiede la laurea in Scienze Agrarie e Forestali e poi anche chi ha la laurea di architetto.

Non si comprende, davvero difficile farlo, perché il bando e la successiva integrazione escludono i laureati in Economia e Commercio, titolo molto idoneo al profilo professionale che l’Ati cerca.

Andiamoci per ordine. Il bando iniziale dell’8 gennaio 2020 tra i titoli per poter partecipare alla selezione sono previsti:

Ingegneria per l’Ambiente e Territorio;

Ingegneria Civile;

Ingegneria Gestionale;

Scienze Ambientali;

Scienze Biologiche;

Scienze Geologiche;

Scienze Naturali;

Economia Aziendale;

Scienze Politiche;

Giurisprudenza.

Non si comprende perché può partecipare un laureato in Economia Aziendale e non un laureato in Economia e Commercio. Attendiamo una presa di posizione da parte dell’Ordine dei Dottori Commercialisti.

In verità, l’integrazione del 30 gennaio è stata partorita su segnalazione dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Agrigento, così come riportata nell’integrazione. Mentre la laurea in Architettura è stata aggiunta su “decisione del Consiglio Direttivo” dell’Ati.

Pubblichiamo in allegato sia il bando che l’integrazione al bando.

Appare, inoltre, paradossale la specificazione tra le competenze che devono dimostrare i partecipanti: “Per i dipendenti di ruolo in enti pubblici, funzionari di categoria D, con comprovata esperienza nel settore del servizio idrico integrato”.

Ma secondo voi, c’è qualche funzionario comunale di categoria D che lascia il posto sicuro per un contratto a tempo determinato?

Filippo Cardinale

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