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Lampedusa, sbarchi migranti in aumento. Gli 007: “Rischio infiltrazioni terroristi”

Lampedusa: Da questa mattina già circa 7 sbarchi. Più di 400 arrivi. Da firmare solo ANSA

LAMPEDUSA.  “La crisi di governo si era aperta, e successivamente si è chiusa, attorno al Recovery Plan ma ci sono altre emergenza che l’Italia ha il dovere di affrontare: qui a Lampedusa siamo preoccupati, la rotta Libica è sempre più attiva e non so cosa potrà succedere quando le condizioni del mare saranno ancora più favorevoli alla navigazione”. A dichiararlo è Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa.

“In questo momento- continua Martello- la gestione della prima accoglienza è tutto sommato sotto controllo anche perché con le navi quarantena predisposte dal ministero degli Interni si riesce ad alleggerire la pressione sull’hot spot. Ma nelle prossime settimane, quando i numeri cresceranno, cosa succederà? Se non si interviene sulle cause e sui Paesi di origine dei flussi migratori, continueremo a passare da un’emergenza all’altra. Mi auguro che il governo Draghi dedichi la massima attenzione ai tanti aspetti che riguardano le migrazioni – prosegue Martello – sia in Italia che in Europa servono azioni politiche e gestionali pianificate, serve un nuovo approccio all’intero fenomeno che porti ad una migrazione ‘ordinata, regolare e sicura’ e che al tempo stesso sostenga i territori di confine”.

Gli arrivi di migranti attraverso la frontiera terrestre, così come gli sbarchi fantasma dal Nordafrica o dalle sponde turco-elleniche, “restano, sul piano della sicurezza, le modalità d’ingresso più critiche, rispetto alle quali i rischi sanitari connessi alla possibile dispersione sul territorio nazionale di soggetti positivi al virus sono andati ad aggiungersi al pericolo di infiltrazioni terroristiche”. Lo evidenzia la relazione annuale dell’Intelligence pubblicata oggi.

“Su quest’ultimo versante – riporta l’Ansa, citando il documento- le risultanze della serrata attività d’intelligence, condotta in raccordo con le forze di polizia e in collaborazione con i Servizi collegati esteri, fanno ancora escludere un ricorso sistematico ai canali dell’immigrazione clandestina per la movimentazione di jihadisti, ribadendo peraltro la sussistenza di rischi connessi all’eventualità che nei centri di confluenza/accoglienza dei migranti possano maturare processi di radicalizzazione islamista”. Inoltre, aggiungono i servizi, “mirata attenzione informativa è stata riservata al settore del falso documentale, che vede spesso l’interazione tra circuiti criminali e terroristici”.

 
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