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LA PROVINCIA AGRIGENTINA DI GRANDE DIMENSIONE MAFIOSA

 

“In assoluto è la più grossa operazione antimafia nel territorio agrigentino. Sono state colpite da misura cautelare soggetti provenienti da numerosi paesi e da numerose famiglie mafiose”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, commentando gli esiti della maxi operazione antimafia “Montagna” dei carabinieri, rimarcando come la mafia agrigentina si connota per una particolare rigidità e chiusura delle sue strutture, ma che continuamente ricerca contatti e mantiene contatti con mandamenti di altre province dell’intero territorio siciliano. 

 

In conferenza stampa, tenutasi al palazzo di giustizia di Palermo, è intervenuto anche il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Paolo Guido, che ha definito l’inchiesta “monumentale”. Presenti, inoltre, il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, Giovanni Pellegrino, ed il tenente colonnello comandante del reparto operativo, Rodrigo Micucci.

“Ad Agrigento – ha aggiunto Guido – c’e’ una dimensione mafiosa che è quella più autentica e preoccupante. Possiamo dire di avere arrestato quindici boss mafiosi di rango Al di là dei fatti accertati, che documentano una attività imponente e massiva, Cosa nostra nell’Agrigentino è viva, attuale e operativa. La cosa più preoccupante, leggendo gli esiti di queste attività è che emerge uno spaccato sociologico relativo ad una ortodossia che ci riporta a 40 anni fa: perché alcune conversazioni intercettate rassegnano plasticamente concetti di Cosa nostra che credevamo superati: non si chiama mafia si chiama Cosa nostra. Cosa nostra significa rispetto; il rispetto è il rispetto, è la verita. Ciò dimostra che la filosofia e la cultura che emergono sono preoccupanti”.

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