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SFIDUCIA 21 ANNI FA: SU RTM AMARCORD DI MARSALA, GAUDIO E GRAFFEO

In attesa della seduta consiliare che affronterà la mozione di sfiducia al sindaco Francesca Valenti, Gioacchino Marsala, Michelangelo Graffeo e Maurizio Gaudio raccontano ciò che accadde in una notte di 21 anni fa, quando su sfiduciato Ignazio Messina. Un amarcord della rubrica Focus della emittente radiofonica Radio Torre Macauda e condotta dal giornalista Giuseppe Recca.

La mozione è sempre un atto politico complesso e che porta appresso ansie, preoccupazioni, tensioni, strategie politiche, tattiche anche che vanno al di là della verità. Quella di Ignazio Messina fu la prima sfiducia nella storia politica di Sciacca con l’elezione diretta del sindaco. Un tentativo andato a segno. A distanza di 21 anni, la politica locale si trova dinanzi alla seconda mozione di sfiducia presentata contro un sindaco.

Affinità e diversità vi sono e i tre ospiti ripercorrono quei momenti e quella lunga notte del Consiglio comunale, infuocata dalla presenza minacciosa degli LSU, ma anche dei loro figlioletti. Di questa presenza sarà Gioacchino Marsala, che era presidente del Consiglio comunale, a ricordare la lunga e tesissima notte in cui fu sfiduciato Ignazio Messina, la notte tra il 7 e l’8 luglio del 1999.

“Fu una giornata tesissima- ricorda Gioacchino Marsala– Nell’aula consiliare si respirava un’aria tesissima e la parte riservata al pubblico era strapiena di persone artatamente aizzate contro il Consiglio comunale che si accingeva a votare la sfiducia. C’era la presenza massiccia di LSU, che avevano portato anche i loro bimbi, perché era stato “tatticamente” detto loro che se fosse passata la sfiducia non sarebbe stato più possibile stabilizzarli. Ci fu un gran lavoro delle forze dell’ordine e dell’allora commissario Messineo. La questione della stabilizzazione fu superata, come era ovvio, anche con la sfiducia e i contratti con gli LSU furono rinnovati a Palermo. La questione degli LSU fu una delle cause principali che fece maturare la sfiducia. Messina non fu in grado, pur promettendoli, di assicurarsi quei progetti di lavoro attraverso i quali il costo degli LSU continuasse ad essere a carico della Regione. La presa in carico degli LSU fu un costo elevatissimo che incise sulle sorti del bilancio comunale”.

Gioacchino Marsala, nel corso della trasmissione Focus, ha sottolineato come “la sfiducia è un atto che ha una grande importanza dal punto di vista istituzionale, ma presuppone una grande determinazione delle forze politiche che si assumono la responsabilità. Una determinazione che oggi non mi pare di cogliere Addirittura c’è chi subordina il proprio voto alla posizione che assumerà il gruppo di Italia Viva, cioè al gruppo cusumaniano che fino a poco tempo fa faceva parte della maggioranza”.

Gioacchino Marsala, che ricopriva il ruolo di Presidente del Consiglio comunale, evidenzia una diversità tra la mozione di sfiducia in corso e quella del 1999. “Nel 1999 c’era più determinazione della politica, oggi questa non sembra esserci ma, di contro, c’è un assenso alla sfiducia da parte della città. Umor popolare che allora, invece, era a favore del sindaco Messina”.

Per Maurizio Gaudio, un’altra differenza sta “nella corposità della motivazione. Nel 1999 la motivazione riempiva due pagine e mezza, oggi ne riempie 10. A presentare la mozione furono i consiglieri dell’Udeur che allora erano in maggioranza grazie all’apparentamento con il sindaco Messina. L’Uderu era nel centrosinistra. Noi dell’opposizione eravamo schiacciati da numeri,  avevano la forza per dare seguito positivo alla sfiducia. Vi fu, però, un gran lavoro per convincere il centrosinistra, allora con il DS (oggi PD). Siamo riusciti a creare un gruppo amalgamato e determinato. Tutte le forze politiche, allora, erano pronte per sostenere una nuova campagna elettorale. Allora, mi ricordo, era la politica che spingeva per la sfiducia, oggi la spinta proviene dalla gente. Di questo si deve prendere atto, non si può far finta di nulla”.

Michelangelo Graffeo, allora consigliere comunale della lista di Ignazio Messina, “oggi è chiara l’incompetenza del Presidente del Consiglio comunale, che ha snaturato il profilo di super partes dell’ruolo istituzionale. Ha consentito anche la presenza del sindaco in sede di conferenza dei capigruppo, accogliendone il suggerimento sulla data di svolgimento della seduta”. Tale anomalia trova eco anche in Gioacchino Marsala che ribadisce “la forte inesperienza di chi è chiamato a dirigere i lavori d’aula”.

Graffeo ricorda il periodo della sfiducia del 1999 con “un grosso turbamento perché era la mia prima esperienza da consigliere comunale. Eravamo i grillini di oggi. Vedevamo l’atto di sfiducia come un ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi, del nostro programma. Avevamo messo in atto diversi tatticismi al fine di perdere tempo, di allungare i tempi per l’approvazione della sfiducia. Oggi mi pare di percepire la paura di qualche consigliere comunale di perdere lo scranno”.

Filippo Cardinale

A titolo di cronaca, il Consiglio comunale che sfiduciò Messina era composto da:  Russo Tiziana, Alfredo Ambrosetti, Marciante Filippo, Turco Pippo, Santangelo Calogero, Bono Vito, Randazzo Antonio, Monteleone Francesco, Turturici Mario, Misuraca Marcello, La Bella Salvatore, Marsala Gioacchino, Leonte Fabio, Gaudio Maurizio, Bongiovì Camillo, Lo Bue Francesco, Dimino Giuseppe, Friscia Agostino, Lazzaro Mario, Montalbano Giuseppe, Indelicato Antonino, Sandullo Domenico, Santangelo Salvatore, Bono Giuseppe, Graffeo Michelangelo, Cutruneo Alfonso, Dimino Antonino, Balneare Aurelio, Venezia Mario, Coco Michele.

 

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