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LA LETTERA DEL CLERO SACCENSE CONTRO LA STAZIONE DI CARBURANTE

Se ci è lecito ancora sognare

Lettera aperta agli amministratori di Sciacca

Al Sig. Sindaco di Sciacca e alla sua Giunta

Ai Sigg. Consiglieri Comunali

 

Noi, presbiteri della Chiesa di Sciacca, raccogliamo le residue speranze di quanti amano questa città, e ci facciamo portavoce per inviare a Voi, Amministratori e a quanti hanno responsabilità e titolo questa lettera aperta per sanare una ferita gravissima inferta alla nostra coscienza civile e religiosa. Non vogliamo rassegnarci. La misura è ormai colma. Non vogliamo renderci complici di un atto che offende la nostra dignità di cittadini e di quella delle istituzioni della nostra Repubblica. Soffocare questa speranza è volere rinunciare a quel riscatto civile a cui si ha diritto ancora di credere e dal quale ripartire per una costruzione di una società più giusta. Non possiamo più attendere, non possiamo più tacere. Lo scenario davanti ai nostri occhi è davvero grave: crollano case per precise responsabilità, ma nessuno paga; i poveri crescono; c’è chi si uccide per la perdita del posto di lavoro; gli imprenditori ubbidendo solo alla logica del profitto preferiscono investire fuori dai confini nazionali e non importa se tanti operai rimangono senza lavoro; la scuola è in continua agitazione. Chi paga i danni di un mal governo? Lo smog e il conseguente inquinamento procurano seri problemi al nostro organismo: pensiamo ad alcune patologie e al numero dei ricoveri in ospedali. A chi importa? Signori amministratori, Signori consiglieri comunali, il futuro del pianeta è nelle nostre mani ed è un futuro in pericolo. Il vostro silenzio ci preoccupa quanto la sorte del pianeta. Esiste uno stretto rapporto tra la devastazione ecologica e l’ingiustizia sociale, e i poveri, come sempre, sono quelli che soffrono di più per i danni ambientali. Nel messaggio del primo gennaio 1990 per la celebrazione della giornata mondiale per la pace, Giovanni Paolo II così scriveva: “Il rispetto per la vita e per la dignità della persona umana include anche il rispetto e la cura del creato”. Noi ci opponiamo a questa distruzione della natura. Siamo seriamente preoccupati per questa politica che porta avanti affari senza che nessuno si sconvolga. Non possiamo non indignarci per la delibera comunale n. 102 del 26.04.2010, che permetterebbe ad un privato cittadino di installare su un terreno pubblico un impianto di distribuzione carburanti proprio accanto alla costruenda Chiesa della Perriera e alla Caserma dei Carabinieri, vicino a diverse scuole, elementi particolarmente sensibili. Evidentemente tale Chiesa non costituisce per i nostri amministratori un bene architettonico e artistico da salvaguardare, curare, custodire. Quel poco di terreno ancora non cementificato che ci resta deve essere utilizzato meglio. Occorre recuperare un giusto equilibrio tra uomo e ambiente e dal punto di vista ecologico e dal punto di vista paesaggistico. La riduzione di emissione di CO2, la sicurezza stradale, la tutela della salute e la pubblica incolumità costituiscono priorità e valore per i nostri politici locali? Un tale atto amministrativo mostra scarsa sensibilità al senso religioso della vita e a quelle attività che ruotano attorno alla Parrocchia. Interessano ai nostri amministratori problematiche come l’educazione dei ragazzi, un po’ di verde per i nostri anziani? Per anni abbiamo lavorato per una Parrocchia con dei locali e spazi annessi per rispondere alle diverse esigenze del quartiere. Un quartiere esteso e densamente popolato, non certamente una periferia urbana, all’interno del quale la Parrocchia ha sempre rappresentato il riferimento più forte, aperto ad istanze di crescita e condivisione umana e culturale. In uno snodo cruciale della viabilità, anche a motivo dei tanti plessi scolastici presenti, con circa quattro mila studenti, quel terreno pubblico deve essere garantito come spazio di tutti, non come risposta a privati. Sogniamo una città “normale”, dove ai cittadini vengono garantiti gli stessi diritti. Gli abitanti della Perriera meritano lo stesso rispetto che si deve a quelli di Piazza Belvedere e di Piazza Libertà. Ma gli amministratori tengono conto del pensiero della gente? E’ solo il caso di ricordare il migliaio di firme raccolte dai cittadini a salvaguardia di questo spazio. “Una razionale viabilità” non dovrebbe essere garantita anche per la via L. Sciascia? Sogniamo una città vivibile con gli amministratori interessati principalmente allo sviluppo e al progresso dei suoi cittadini. I signori amministratori non dimentichino di avere delle precise e impegnative responsabilità. I sogni aiutano a vivere, ma se ci viene impedito di sognare, quale altra speranza ci resta? In attesa di un riscontro, per il bene di una città che ami.

 

 

 Il Clero di Sciacca

Redazione Corriere

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