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LA FABBRICA DI FALSI LAVORATORI E INFORTUNI. L’OPERAZIONE “DEMETRA” COINVOLGE 87 INDAGATI, DI CUI 8 RAGGIUNTE DA MISURE CAUTELARI. ANCHE MEDICI DELL’INAIL

Operazione “Demetra”. Storie di truffe a danno del denaro pubblico. Bisogna risalire a settembre del 2010. Il tutto parte da due assegni scoperti finiti nelle mani dei carabinieri di Siculiana. Quasi due anni e mezzo di indagini, poi la chiusura del fascicolo. Le pagine dell’ordinanza cautelare dipinge “la capacità naturale del sodalizio criminale, capace nell’arco di ventiquattro mesi di erogare falsi indennizzi di infortunio sul lavoro e di disoccupazione a oltre ottanta persone”.

Le società fantasma protagoniste del giro criminoso sono state create con l’unica finalità di assumere lavoratori che poi, grazie a documenti sanitari rilasciati da medici compiacenti, riuscivano a dimostrare un infortunio sul lavoro per avere le indennità.

Otto le persone colpite da una misura cautelare, accusate a vario titolo di associazione a delinquere e truffa ai danni dell’Inail e Inps: Giuseppe Vincenzo Terrazzino , 49 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale di Agrigento; Salvatore Conti , 56 anni, di Agrigento, dirigente medico dell’Inail; Salvatore Russo , medico, 35 anni, di Agrigento; Giorgio Lo Presti , 59 anni, di Porto Empedocle; Salvatore Borsellino , 33 anni, di Porto Empedocle; Daniele Moscato , 31 anni, di Porto Empedocle; Luca Distefano , 30 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Gangarossa , 37 anni, di Porto Empedocle.

Complessivamente 87 gli indagati.

Tutto rigorosamente falso: società, lavoratori, assunzioni, infortuni sul lavoro e licenziamenti. L’unica certezza reale è rappresentato dagli indennizzi finiti nelle tasche di organizzatori, promotori e beneficiari. Luca Distefano, messo alle strette confessa davanti ai carabinieri e ai Pm Delpini e Maggioni, confessa.

Ha dichiarato che le tre società Demetra, Santamaria e Giacomar erano completamente “vuote”, create appositamente per la finalità di ottenere indennizzi da parte dell’Inail a fronte di infortuni inesistenti. Ammette il proprio decisivo concorso nelle truffe compiute, denunciando i falsi infortuni di decine di empedoclini, alcuni dei quali suoi familiari e parenti. Al reperimento dei falsi infortunati ha pensato lo stesso Distefano che si è avvalso di Giorgio Lo Presti, ragioniere e consulente del lavoro, conosciuto da parecchi anni. È a lui che Distefano si è rivolto, proponendogli di provvedere all’assunzione dei falsi lavoratori e creare le condizioni per realizzare le truffe ai danni dell’Inail.

Distefano spiega il meccanismo: “Ogni falso lavoratore, il quale era stato assunto proprio al fine di simulare un infortunio con una ditta, faceva finta di infortunarsi e si recava presso l’ospedale di Agrigento, spesso accompagnato da me; al Pronto Soccorso, il falso lavoratore di turno, che era stato da me precedentemente istruito, accusava dolori dovuti ad incidenti mai avvenuti ed otteneva un certificato medico con alcuni giorni di prognosi; io trattenevo una copia del predetto referto ed una copia veniva da loro consegnata al ragioniere Lo Presti il quale apriva la pratica di infortunio sul lavoro presso l’Inail”. “Tenevo il referto per me in quanto dopo qualche giorno e comunque prima della scadenza della prognosi lo consegnavo a Terrazzino. Preciso che già al momento in cui mi facevo dare il referto, avevo dei moduli con me che mi aveva dato il Terrazzino, con i quali raccoglievo la delega dei finti infortunati a favore del patronato per la gestione di tutte le fasi della pratica; sempre su indicazioni del Terrazzino, accompagnavo i falsi infortunati presso lo studio radiologico del dottore Salvatore Russo di Aragona; il dottore procedeva all’esame e tratteneva il conseguente referto radiologico che consegnava al Terrazzino che era sempre presente nello studio medico. Dopo un paio di giorni dall’esame radiologico, lo stesso Terrazzino mi contattava per notiziari di volta in volta sullo stato delle varie pratiche per infortunio. Io contattavo i vari falsi lavoratori dai quali riscuotevo le somme erogate dall’Inail dopo che gli stessi avevano proceduto alla negoziazione degli assegni; i lavoratori trattenevano solo le mensilità (vale a dire le indennità temporanee), quindi tra i 1.500 ed i 2.000 euro, mentre la liquidazione finale mi veniva totalmente consegnata; in sostanza della somma finale “

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