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INTITOLAZIONE SCUOLA A CAROLA, ECCO PERCHE’ BISOGNA PROVARCI

Mai arrendersi senza combattere. La forza del coraggio, la lotta contro le difficoltà. Sono principi basilari che forgiano la nostra vita, sin da infanti. La scuola dovrebbe essere la palestra dove imparare questi basilari principi di vita.

Ha lottato la piccola Carola, hanno lottato i loro genitori. Non si sono arresi neanche davanti al dolore più forte e più innaturale. La forza del coraggio, la lotta contro le difficoltà, sono state dimostrate nel gesto della donazione degli organi. Il fondamento principe e primario del messaggio di Cristo è di spezzarsi per il prossimo, fino ad amarlo più di se stessi.

La vicenda della intitolazione a Carola Catanzaro della sua scuola, la scuola che frequentava e nella quale stava crescendo, stava forgiando il suo carattere, l’impalcatura della sua vita, ha avuto un risvolto diverso da quello che la città si attendeva. L’Amministrazione comunale aveva inoltrato richiesta alla Direzione Didattica affinché si potesse procedere con l’avvio dell’iter. Sappiamo che è lungo, complesso, non facile. Ma la forza del coraggio, la lotta contro le difficoltà, dovevano essere la base solida per edificare un desiderio condiviso dalla città. Un omaggio ad una bambina, alla sua famiglia, il cui amore verso il prossimo ha consentito la vita ad altri 8 bambini. Ecco concretizzarsi lo spirito di Cristo: spezzarsi per il prossimo, amarlo più di se stessi.

Gli organi deliberanti della scuola si sono fermati di fronte ad una circolare ministeriale del 1980. Il rispetto delle direttive  è senza dubbio basilare per la formazione della cultura della legalità, del senso comune del vivere. Ma la circolare in questione non nega l’avvio dell’iter, semplicemente regola tutto il percorso burocratico necessario. Sappiamo che è un percorso non facile, non semplice. Abbiamo iniziato l’articolo evidenziando la forza del coraggio, la lotta contro le difficoltà. 

Facciamo appello agli organi deliberanti della scuola di riprendere in considerazione la richiesta dell’Amministrazione comunale, istituzione che rappresenta la città. Facciamo appello,  ella consapevolezza di interpretare appieno la volontà della Città, affinché si avvii l’iter per l’intitolazione della scuola a Carola Catanzaro. Siano altri enti burocratici, semmai, a dire no, previa approfondita motivazione.

Ciò che è derivato dalla morte di Carola non riguarda solo Sciacca, né l’Italia. Riguarda il mondo intero perché quel gesto, la donazione degli organi,  è il simbolo più alto del messaggio di Cristo, quello spezzarsi per il prossimo.

Citare la santità di Giovanni XXIII rinvigorisce ancora di più l’amore del Papa, che tutti adoriamo, nei confronti dei bambini.  E qui dobbiamo fare un passo a ritroso, fino alla sera dell’11 ottobre 1962, al termine della fiaccolata che conclude la giornata di apertura del Concilio ecumenico Vaticano II.

Papa Giovanni in piazza San Pietro, in tono familiare, pronuncia quelle parole che conquisteranno e commuoveranno il mondo intero: “Cari Figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce, sola, ma riassunte la voce del mondo intero: qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, osservatela in alto, a guardare questo spettacolo. La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore… Ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio, tutto tutto…  Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona. Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino” . 

Siamo fortemente convinti che Papa Giovanni XXIII sarebbe davvero felice che la scuola, a lui attualmente intitolata, fosse dedicata alla piccola Carola. Sarebbe il prolungamento di quella “carezza” portatrice di amore che Papa Giovanni XXIII incaricò ai genitori di portare a casa, per i loro piccoli.

Concludiamo invitando gli organi deliberanti di avviare l’iter, di non arrendersi ancor prima di lottare, di affrontare con la forza del coraggio i sentieri irti della burocrazia.  Ci affidiamo alla santità di Giovanni XXIII.

Filippo Cardinale

 

A beneficio dei lettori pubblichiamo il link della legge Circolare Ministeriale 12 novembre 1980, n. 313

http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cm313_80.html

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