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INCIDENTI SUL LAVORO, CGIL E UIL: “QUESTA MATTANZA DEVE FINIRE”

“Non esistono fatalità, dietro ogni morte sul lavoro ci sono precise inosservanze degli obblighi di sicurezza”. Intervengono la Cgil e la Uil dopo l’ennesima tragedia sul lavoro che ha provocato la morte di due operai mentre lavoravano presso la diga di Naro.

“Ci sono responsabilità del sistema delle imprese, così come esiste anche un problema culturale dei lavoratori, unito  anche allo “stato di necessità” che spesso li costringe ad accettare ed eseguire un lavoro anche in condizioni di estremo rischio”, denuncia Massimo Raso, segretario generale della Cgil agrigentina.

“Questa volta  il datore di lavoro è un soggetto pubblico, la Regione, per cui ancora più grave ed urgente diventa accertare omissioni e responsabilità”, continua. “Le dighe siciliane da troppo tempo sono in stato di abbandono, lo denunciamo inascoltati da troppo tempo ed il suo personale insufficiente, così come scarsi gli investimenti in manutenzione e sicurezza complessiva”. Per Raso “c’è anche un deficit di controlli e di sanzioni da parte dell’apparato dello Stato e della Regione preposto, spesso senza mezzi e uomini che, proclami a parte, resta ben al di sotto delle esigenze. Deve affermarsi una “cultura della sicurezza”, occorre che la sicurezza non venga considerato solo un costo ma un valore, perché la vita non ha ne può avere un prezzo”.

Per Claudio Barone, segretario generale UIL Sicilia e Gero Acquisto, segretario generale Uil Agrigento, “in provincia di Agrigento negli ultimi anni troppi lavoratori sono morti sui posti di lavoro, ed è chiaro che il rispetto della normativa sulla sicurezza e sulla prevenzione sono imprescindibili, non è possibile che questa conta crudele ed immane nel 2017 debba toccare ancora la provincia agrigentina così pesantemente a lavoratori realmente incolpevoli.”

 

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