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IN CARCERE RAFFAELLA PECORARO, LA MOGLIE DI GIANNI “IL BELLO”

Coinvolta nell’operazione “Portobello” nel 2012 per un giro di escort che operavano a San Marco

Raffaella Pecoraro, 51enne di Napoli, ma residente a Sciacca e moglie di Gianni Melluso, noto come “il bello”, principale accusatore di Enzo Tortora, è stata tradotta nel carcere di Agrigento daglio agenti della Polizia di Stato in esecuzione di un’ordinanza di carcerazione emessa dalla Procura generale presso la Corte di Appello di Palermo. La sentenza di condanna, 4 anni di reclusione, è diventata definitiva. Raffaella Pecoraro si è sempre dichiarata estranea ai fatti, come riporta il Giornale di Sicilia oggi in edicola. 

Deve scontare 3 anni e 7 giorni di reclusione per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I fatti sono inerenti all’operazione eseguita a Sciacca, in località San Marco,  denominata  “Portobello”, nel 2012. Nell’organizzare il giro di prostituzione, Gianni Melluso sarebbe stato il riferimento centrale, ma tutti gli imputati, secondo gli inquirenti, avrebbero partecipato all’organizzazione dell’attività.

Melluso aveva messo su un giro di squillo con ragazze e trans del sudamerica. Le ragazze per rimanere in quel locale avrebbero pagato la camera 60 euro al giorno.  Gianni Melluso è stato condannato a cinque anni di reclusione.

Per Melluso, giorni addietro, la Corte di assise di Trapani ha inflitto l’ergastolo per l’omicidio della donna italo elvetica Sabine Maccarrone, uccisa nell’aprile 2007 e ritrovata in un pozzo nelle campagne di Mazara del Vallo. Tirato in ballo per il delitto da Giuseppe D’Assaro, un pregiudicato che fece e poi ritrattò dichiarazioni sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, di cui si sono perse le tracce a Mazara del Vallo l’1 settembre del 2004. D’Assaro, per l’omicidio Maccarrone è stato già condannato a 30 anni di carcere. D’Assarò si autoaccusò dell’omicidio e indicò come mandante Gianni Melluso.

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