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IL LUNGO DECLINO DEL GIOVANNI PAOLO II DESCRITTO DAL COMITATO PER LA SANITA’. ECCO LA SITUAZIONE

Nel corso dell’audizione svoltasi in Commissione Sanità dell’Ars, organizzata dal presidente della stessa, onorevole Margherita La Rocca Ruvolo su richiesta del Comitato cittadino per la sanità di Sciacca e dal Tdm, è stato consegnato un documento di due pagine che descrive lo stato di agonia dell’ospedale saccense.

Il declino inesorabile dell’ospedale di Sciacca. Due sono gli aspetti del nostro Ospedale attenzionati dal Comitato, quello del suo attuale funzionamento e quello del ruolo che allo stesso va attribuito all’interno della rete ospedaliera regionale.
Quanto al primo aspetto, va subito evidenziato il crescente depotenziamento di questo nostro ospedale. Si consideri, a tal fine, che dal 2011 al 2017, i ricoveri ordinari annui sono calati del 18% (da 8.185 a 6.885); il fatturato si è ridotto da 30 milioni a 28 milioni di euro circa, mentre le giornate di degenza sono aumentate da 75.000 a 80.000 circa.
Anche il fatturato dell’intera ASP di Agrigento è calato, nel periodo predetto, da 105 milioni a 97 milioni circa. La lettura combinata di tali dati ci dice che 1.000/1.300 pazienti hanno scelto di ricoverarsi presso gli Ospedali di Palermo o fuori dalla Sicilia (e non presso l’Ospedale di Agrigento, come testimonia, tra l’altro, il calo complessivo del fatturato dell’Asp di Agrigento che il contemporaneo aumento delle giornate di degenza si collega direttamente alla crescente carenza del personale (laddove è evidente la necessità di maggior tempo per la diagnosi e gli eventuali interventi).
Ci siamo occupati anche di scelte strategiche come quella relativa alla mancata iniziale classificazione dell’ospedale di Sciacca come DEA di l livello, poi corretta nella bozza concordata col precedente governo regionale con il ministero della Salute.  In tale veste abbiamo segnalato emergenze funzionali, strutturali o gestionali. Per esempio, abbiamo segnalato con tempestività, non sempre recepita dagli organismi preposti, l’assurda situazioni creatasi nel 2016, allorché dopo un guasto di oltre tre mesi di una delle due sale di emodinamica, cessò di funzionare anche la seconda. E’ facile intuire i disagi per i pazienti e i medici di questa delicatissima struttura. Rispetto a un organico previsto di 4 emodinamisti, quelli in servizio erano due allora e due sono rimasti fino ad oggi. A tale proposito si fa presente che da notizie raccolte di recente la SICI (Società Italia di Cardiologia Interventistica) ha inviato all’assessorato alla Salute di questa Regione un documento che invitava a integrare l’organico delle U.O.C. di cardiologia di due unità di dirigenti medici dedicati all’attività di emodinamica h24. Ci sembra opportuno chiedere che questa raccomandazione dell’autorevole Società scientifica venga sollecitamente recepita nella nuova rete ospedaliera della Regione Sicilia, specificatamente per  l’UOS di Emodinamica di Sciacca.
Per quanto concerne l’area materna infantile. Il punto nascita di Sciacca dovrà essere attrezzato di 2 PI per terapia semintensiva e il personale medico dovrà essere integrato di almeno due unità di personale medico e di almeno una unità di personale infermieristico specializzato dedicato h24 a questa particolare disciplina che consentano un monitoraggio qualificato e costante dei bambini allo scopo di ridurre al minimo il trasferimento presso strutture di livello superiore.

Area dell’emergenza. Lesistenza di una UOC di radiologia che da molti anni lavora su standard di alta qualità ci induce a sollecitare la creazione di una struttura di neuroradiologia, che avrebbe come evidente corollario l’istituzione di una Stoke Unit.

Criticità gestionali. Le risorse umane. Il Comitato Civico per la Sanità di Sciacca spesso è stato sollecitato a intervenire per segnalare criticità organizzative, scoperture di posti, emergenze strutturali che ripropongono la sensazione largamente diffusa tra gli addetti di un insufficiente governo quotidiano sia del personale che della stessa struttura del complesso ospedaliero. Dal già citato caso delle sale di emodinamica, agli ascensori fermi da anni, alla mancata regolazione del traffico interno degli autoveicoli, alle singolari filosofie di applicazione delle norme contrattuali, allo stile monarchico con cui vengono nominati i facenti funzione nelle UO prive di direttore, per non parlare del singolare modo di interpretare il loro ruolo da parte di alcuni facenti funzioni  che sembrano rispondere dei loro operato esclusivamente al loro referente politico invece che al personale con cui dovrebbero fruttuosamente cooperare nell’esclusivo interesse dei pazienti. Con gli inevitabili strascichi di tensioni, conflittualità più o meno espresse, il più delle volte risolte con un grottesco giro di lettere, protocolli, repliche e controrepliche cartacee che lasciano i problemi immutati, ma…”con le carte a posto”.

Un indicatore dovrebbe allertare i responsabili di quel settore delicatissimo denominato “risorse umane”: la quantità esageratamente elevata di ferie non godute in molti reparti (per molti medici si tratta di oltre 150 giorni di ferie non godute con punte di oltre 200 giorni).
Criticità strutturali recenti. In seguito a un recente guasto all’impianto (ii condizionamento dell’aria della camera bianca di Sciacca (rimediata con un intervento provvisorio di incerta durata, stante che la soluzione definitiva sembra non ipotizzabile fino a settembre) abbiamo scoperto che la manutenzione della stessa era affidata a ben due diversi soggetti. Contemporaneamente abbiamo scoperto che per la movimentazione e la preparazione del materiale sanitario destinato ai 21 reparti riforniti dalla Farmacia Ospedaliera di Sciacca da mesi è in servizio un solo magazziniere. In un periodo di carenza di personale ci si chiede con quali criteri venga distribuito lo scarso personale disponibile.

UOC vs UOSsackb. Abbiamo letto di draconiane misure di riduzione delle UOC in molti casi trasformate in UOS. Nulla da eccepire se gli indicatori di appropriatezza (più modernamente il “value”) delle prestazioni, nonché di riduzione della migrazione sanitaria passiva diventassero la regola in tutte le ASP della Sicilia, anche con conseguenti ricadute di tipo economico sugli operatori sanitari. In realtà temiamo che questa misura astrattamente condivisibile si possa ridurre in una riduzione dei budget a disposizione delle UO. Anche perché questa nobile volontà razionalizzatrice non sembra interessare la pletora dei Distretti Sanitari di Base che riproducono la distribuzione geografica delle vecchie USL.
In tema di trasparenza gli ultimi report sui reclami presentati dagli utenti-pazienti consultabili sul sito dell’ASP AG risalgono al 2013. Sulla base di testimonianze di Cittadinanza attiva, la presentazione di reclami da Parte dei gli utenti spesso e volentieri viene disincintivata con motivazioni pretestuose; inoltre a tutt’oggi non si hanno notizie di strategie di monitoraggio della qualità percepita delle prestazioni rivolte agli utenti e gestite da associazioni indipendenti dalle amministrazioni.

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