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GRAND HOTEL DELLE TERME, QUELLA SENTENZA SUL LAVORO CHE POTREBBE METTERE KO LA STRUTTURA

La sentenza che riguarda il rapporto a tempo determinato potrebbe essere replicata da altri con il rischio di far chiudere la struttura alberghiera

Il giudice del lavoro, con sentenza n. 188/2013 dello scorso luglio, ha dato ragione ad un dipendente stagionale e torto alla Terme di Sciacca Spa. La lite giudiziaria era sulla conversione del rapporto di lavoro a tempo determinato. Un dipendente, con la qualifica di assistente bagnante brevettato, aveva prestato servizio nella struttura termale per alcuni mesi negli anni che vanno dal 2007 ai giorni nostri. Sempre con stagionalità. Il giudice ha dato ragione al lavoratore sotto il triplice crinale della mancanza di forma scritta di alcuni contratti impugnati (farebbero riferimento al periodo antecedente la gestione di Turriciano), “della mancata indicazione in altri contratti delle specifiche ragioni giustificatrici dell’apposizione del termine in altri contratti, nonché della insussistenza, in tutti i contratti, delle dette ragioni giustificatrici dell’opposizione del termine”.

Il giudice del lavoro ha dichiarato la nullità dei contratti a termine stipulati dall’aprile 2006 al giugno 2011. Inoltre ha stabilito che tra le parti in causa intercorre un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dall’aprile 2006, con diritto al lavoratore ad essere riammesso in servizio con le suddette mansioni. La Terme di Sciacca Spa è stata considerata campo di applicazione del contratto privatistico. La sentenza, che tutela il diritto dei lavoratori e fa riferimento a sentenze di Cassazione, se da un lato risolve una vertenza, dall’altro apre orizzonti che potrebbero mettere definitivamente in ginocchio il Grand Hotel delle Terme. Il Commissario Carlo Turriciano ha appellato la sentenza. “Devo tutelare la Società”, ha detto, rimarcando come se da un lato la struttura termale viene considerata “privata”, dall’altro “deve sottostare al Patto di Stabilità”.

A tutti è nota, e tanto si è scritto giornalisticamente, la vicenda delle assunzioni degli stagionali in primavera. Non si poteva procedere all’assunzione perché lo vietava la legge finanziaria regionale del 2010. Si è dovuto ricorrere all’approvazione di un emendamento che potesse consentire l’assunzione stagionale dei lavoratori da inserire nella struttura alberghiera. Dunque, il limite del profilo privatistico e pubblicistico delle Terme è davvero sottile, se non incerto. Se gli altri lavoratori intentano la stessa causa, il Grand Hotel delle Terme non reggerebbe l’urto economico del costo del personale, chiudendo definitivamente i battenti.

La questione interessa sempre la Regione, la politica, che continua a perdere tempo su una risorsa di rilievo socio-economico. E mentre a Palermo perdono tempo, le Terme ricevono colpi mortali.

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