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GIRGENTI ACQUE-HYDORTECNE, IL SISTEMA “SALTA GARE”

Leggendo l’interdittiva antimafia del prefetto Dario Caputo, notificata ieri mattina alla società HYDORTECNE, diverse sono le motivazioni che hanno convinto il rappresentante locale del Governo a firmare il provvedimento. La HYDORTECNE ha come socio unico Girgenti Acque, e un legame indissolubile e di massima fiducia tra Marco Campione e Pietro Arnone.

Nell’interdittiva vi è la disamina tra lo stretto rapporto di Pietro Arnone e Marco Campione, intrecci di operazioni societarie complesse, e anche “l’alta probabilità che il tentativo di infiltrazioni mafiose evidenziato a carico della Girgenti Acque sia trasmesso per contagio alla HYDORTECNE, attesa la dimostrata contiguità tra le società“.

Ma emerge, dall’interdittiva, un vero e proprio sistema capace di superare le condizioni poste dall’allora ATO. A pagina 10 dell’interdittiva si legge “come il fine primario del collegamento societario possa essere stato quello di concretizzare non soltanto un meccanismo sub-concessorio, vietato dalla concessione del 2007 tra l’allora ATO di Agrigento e Girgenti Acque, ma anche l’elusione delle norme del sub-appalto e sulle relative autorizzazioni, nel tentativo di superare qualsivoglia, ipotetica constestazione sull’utilizzo in house delle imprese socie della concessionaria”.

Appare strano che in tutti questi anni, tra ATO e ATI, nessuno dei massimi livelli si sia accorto del sistema generato dalla presenza di società appartenenti tutte ad un dominus.

La magistratura inquirente di Agrigento, il nuovo Prefetto e i due Commissari prefettizi che oggi governano la Girgenti Acque hanno davvero segnato uno spartiacque di portata storica. In tale contesto, non si comprende come mai i nostri politici non si siano accorti di nulla. O, forse, si comprende molto bene.

Filippo Cardinale

 

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