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Gioco pubblico, in Italia mancano un quadro fiscale e normativo adeguato

ITALIA- Il gioco d’azzardo online continua ad aumentare i propri numeri. Nel 2021 si è verificato un aumento del 36% rispetto al 2020 sia per la raccolta, che per le vincite, che per la spesa. In particolare, per quel che riguarda la raccolta, si è arrivati a 67,1 miliardi rispetto ai 49,2 del 2020. Questa crescista si è consolidata anche nel 2022, come si legge in questo articolo.

I dati analizzati dagli esperti, confermano la predilezione degli utenti per i casinò online italiani e le altre piattaforme online autorizzate dallo Stato, preferenza confermata anche da una recente analisi generale sul gioco che stima la spesa media pro capite degli italiani ad oltre 2.000€. A cambiare in questo biennio sono state le abitudini degli italiani, più propensi ad utilizzare giochi online che presentano un payout (ovvero percentuale minima di vincite che deve essere restituita ai giocatori) come le slot online con soldi veri e le scommesse sportive online.

Dai dati risulta evidente come gli italiani tendano dunque a preferire i giochi a distanza dopo i differenti periodi di lockdown. Tuttavia, questa crescita del settore online non è accompagnata da una adeguata normativa fiscale e legislativa.

L’Italia del gambling viaggia a due velocità. Da una parte vi sono i giocatori che, spinti dalle opportunità offerte dalla rete e dalle innovazioni tecnologiche, si sono fatti sempre più esigenti. Dall’altra parte vi è una lentezza dal punto di vista fiscale e normativo che rischia di rallentare lo sviluppo del gioco legale in Italia.
Per quel che riguarda la questione fiscale c’è un dato che balza all’occhio, riportato da ilSole24Ore. Nel 2021 i pagamenti digitali in Italia si sono chiusi con 327 miliardi di euro di transato, con una crescita del 22% rispetto al 2020, e una penetrazione del 38%. Tra il 2016 e il 2021 questo settore ha visto una crescita evidente grazie all’utilizzo crescente dei pos abilitati. Ciò ha inevitabilmente causato una discussione sulla necessità di una normativa fiscale che disciplini tutta la materia. Ad oggi, però, nulla è stato fatto a riguardo.

Attualmente la legge che regola la tassazione sul gioco d’azzardo è l’Art. 30 del DPR 600/1973. Questo articolo di legge prevede che l’imposta venga tassata all’origine. L’aliquota è suddivisa in tre categorie con la loro rispettiva percentuale di tassazione. Tuttavia, è chiaro come serva rivedere questo scenario che non è in linea con lo sviluppo tecnologico cui stiamo assistendo. Serve una strategia omnichannel che abbracci tutta la tematica fiscale, quindi sia quella legata al gioco terrestre che a quello online.

L’altra questione che tiene banco è l’aspetto normativo sul gioco d’azzardo. Attualmente, infatti, le leggi sul gioco d’azzardo in Italia sono perlopiù dovute a disposizioni regionali. Quello che manca è un quadro normativo chiaro che metta ordine tra le diverse disposizioni che le regioni hanno emanato nel corso degli anni.

Per diverso tempo i governi che si sono succeduti in Italia, hanno rimandato la questione. Ad oggi, dal punto di vista normativo, l’Italia è uno dei paesi più indietro sulla legislazione del gambling. Non possono di certo bastare i vari articoli del codice penale o le norme contenute nei vati decreti per rendere fluida una materia così complessa. Il rischio concreto è quello di veder proliferare il gioco d’azzardo illegale con seri rischi legati sia al riciclaggio, sia ad un aumento del GAP.

 

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