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EMERGENZA RIFIUTI PER L’UMIDO, IL SINDACO DENUNCI RITARDI E COLPE ALLA PROCURA

Oggi niente raccolta dei mastelli marroni, quelli che contengono i rifiuti umidi differenziati. Quelli che con il caldo puzzano e producono percolato e che difficilmente possono rimanere a casa per giorni. L’impianto di compostaggio privato di Marsala ha chiuso ieri i cancelli e gli autocompattatori di Sciacca non possono conferire l’umido in quel sito. L’Amministrazione comunale è alla ricerca di un sito alternativo, ma anche la lontana Catania ha detto no.

Avremo disagi, tanti, se entro oggi non si trova una soluzione che permette il conferimento dell’umido negli appositi impianti di compostaggio. Sciacca non dovrebbe avere problemi perché in contrada Santa Maria c’è l’impianto di compostaggio pubblico della Sogeir in liquidazione e gestito dalla Sogeir Impianti, quest’ultima società “figlia” della prima, ma vive ugualmente l’emergenza.

Esiste un paradosso che grida vendetta oltre allo scandalo. L’impianto di Santa Maria, pubblico, è chiuso da mesi perché l’ARPA, l’organo di controllo della Regione, ha riscontrato gravi irregolarità sulla tenuta del medesimo impianto, disattendendo norme in materia e provocando anche danni ambientali. Tanto che la Regione ha notificato il 4 aprile scorso, in seguito ad un sopralluogo dell’ARPA del 5 febbraio scorso, una sospensione dell’attività per tre mesi, con l’obbligo di provvedere alla messa in regola delle inadempienze riscontrate. Ha imposto un termine di 90 giorni, previa revoca dell’autorizzazione.

Il sopralluogo è stato effettuato lo scorso 5 febbraio da parte dell’ARPA, dalla Polizia provinciale, dal Libero Consorzio Provinciale.  Da quel che si legge nella lettera del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, non si tratta del primo sopralluogo. Con la lettera del Dipartimento, del 4 aprile scorso con protocollo 13538, il gestore è anche diffidato dal gestire l’attività. La lettera è stata inviata a tutti gli Enti di competenza, compreso il Comune di Sciacca, anche alla Procura della Repubblica di Sciacca.

Cosa comporta per le tasche del cittadino contribuente? Un aumento dei costi. L’umido viene, già da un pò di tempo, conferito in un impianto di compostaggio a Marsala. Il costo di conferimento è passato da 75 euro più IVA a tonnellata (costo del conferimento a Santa Maria) a 100 euro più IVA, a cui bisogna aggiungere il costo aggiuntivo del trasporto. Adesso i costi aumenteranno ancora, specie se l’umido dovrà essere conferito in impianti di compostaggio distanti da Sciacca e in altre province.

Il paradosso è che sulla vicenda c’è il silenzio, l’assuefazione, il lasciar scorrere il tempo. Mentre l’Amministrazione comunale è alle prese con l’ennesima emergenza e tenta di trovare un sito dove conferire l’umido, si consente alla Sogeir di perdere ancora tempo per mettere a norma l’impianto di compostaggio. Alla fine, il costo, che lievita di anno in anno, sarà spalmato sui contribuenti attraverso la TARI.

Sarebbe il caso che il sindaco si recasse presso la Procura della Repubblica e denunciare uno stato di cose che, di fatto, creano l’emergenza. A partire dai sindaci che non pagano le fatture per la prestazione dei servizi alla Sogeir, la quale senza liquidità non può manco spendere un centesimo per fare manutenzione sugli impianti, sia in quello di compostaggio che in discarica Saraceno-Salinella, regolarmente chiusa.

In tutta questa vicenda c’è anche la SRR, la società composta dai 17 sindaci soci e che ha il compito della regolamentazione della raccolta dei rifiuti. La SRR è bloccata per le dimissioni di due componenti del Consiglio di Amministrazione. L’organismo è di nomina politica, sono i soci sindaci a votare i componenti del CDA.

E mentre scoppia l’ennesima emergenza, si creano disagi- basta pensare non solo alla utenze domestiche,ma anche alle attività commerciali come bar, ristoranti, alberghi, supermercati, che producono ingenti quantitativi di umido- la politica sembra abitare su Marte.

Filippo Cardinale

 

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