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Emergenza rifiuti, i costi aumentano sensibilmente e i cittadini sono ignari. Lo capiranno con le bollette

SCIACCA. La nostra città è sede della Sogeir e Sogeir Gestione Impianti. La prima è andata in liquidazione, la seconda gestisce la discarica di contrada Saraceno-Salinella e l’impianto di compostaggio di contrada Santa Maria. Ambedue sono con capitale pubblico. Sciacca non ha mai beneficiato del decantato “virtuosismo” che la Sogeir gestita da Vincenzo Marinello ha saputo, invece, realizzare nei piccoli centri, paesi con poche migliaia di abitanti.

Sciacca, prima dell’entrata in vigore del Piano Aro, varato con l’amministrazione Di Paola, osteggiato dalle opposizioni di allora, e financo dalla Sogeir di marinelliana influenza che presentò una relazione negativa, pur non avendo titolo di entrare nel merito.

Piano Aro che entrò in vigore con l’Amministrazione Valenti, 2008, e con l’allora assessore Paolo Mandracchia, nome grosso dell’azzeramento compiuto dal sindaco. Fino al 2008, Sciacca andava appena sopra il 20% di raccolta differenziata. Un disastro e una percentuale da performance di asino. Dopo un anno dall’entrata in vigore del suddetto Piano, la raccolta differenziata spiccò in alto fino al 74%. Addirittura, per i risultati del 2019, Sciacca finalmente viene premiata Comune Riciclone. Con il Piano Aro sparirono i cassonetti sparsi per la città sempre colmi di rifiuti. Questo spettacolo da terzo mondo, visibile per tutte le vie cittadine, è stato cancellato presto dalla memoria, insieme alla puzza ignobile.

Il Piano Aro è uno strumento, come tutte le cose dell’uomo, non perfetto, ma perfettibile. Ma ha rappresentato una svolta.

Fatta questa non breve premessa, viviamo in città costante emergenza. Zone della periferia come Santa Maria, Lumia, Bordea, San Calogero, Scunchipani, dove vi è ancora la presenza dei cassonetti, sono diventate discariche da terzo mondo. Il tutto anche con l’immancabile aiuto di incivili e di gente sempre attenta affinché altri rispettino le regole, mentre essi sono esenti dal rispettarle.

Salta il turno, con cadenza settimanale, della raccolta della frazione umida a causa della indisponibilità dell’impianto di Santa Maria (della Sogeir Impianti), il quale di satura costantemente. I mezzi delle ditte Sea e Bono restano pieni e ciò comporta ulteriori disguidi.

Le soluzioni che fino ad oggi sono state messe in campo hanno si risolto a saltelli l’emergenza, ma hanno comportato un vertiginoso aumento dei costi che vengono inevitabilmente spalmati sulle bollette. Sappia e ricordi il cittadino che tutti i costi che riguardano il ciclo della raccolta dei rifiuti è a carico al 100% dei cittadini. Tutti i costi in più vanno “a tariffa”, cioè vengono calati sulle bollette che poi arrivano a destinazione, sempre con puntualità, si intende.

Allora è giunto il momento di una operazione trasparenza e verità. L’Amministrazione comunale comunichi ai cittadini, anche attraverso una pagina ad hoc del sito ufficiale del Comune, il monitoraggio dei costi con cadenza trimestrale. Sappiano i cittadini quanto lievitano i costi che incideranno sulle bollette. Sappiamo i cittadini che ultimamente sono stati aggiunti costi per circa un milione di euro. Costi che verranno spalmati sulle bollette.

I cittadini si attendono, con la visione dei tre mastelli in dotazione, una riduzione della bolletta. A loro, invece, è riservata sempre una sorpresa: la bolletta sempre più costosa. Si sa, al saccense piace lamentarsi al bar. Ma, poi, la rabbia si affievolisce nel weekend, tipico duetto di giorni in cui prevale la voglia di schiticchio. Questa usanza radicata che è capace di sedare gli animi (da bar) più accesi.

Forse, sonore proteste darebbero una svolta alla nostra città. Del resto, se “il popolo” non mormora, non protesta, la classe politica veleggia indisturbata sul mare calmo in un’atmosfera di relax.

Filippo Cardinale

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