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Elezioni, si susseguono le riunioni. Mai la politica locale è stata così annebbiata

SCIACCA- E’ tanto facile togliere la bacchetta ad un maestro, quanto è difficile dirigere con essa la quinta sinfonia di Beethoven. Non ha torto il poeta spagnolo Machado Y Ruiz. Gran parte della politica saccense dimostra il pensiero del poeta spagnolo. Prendere la bacchetta della politica sembra un’attività agevole per tutti, anche per coloro che la politica la improvvisano. Il problema, poi, diventa difficile legegere lo spartito, interpretarlo e dirigere l’orchestra. Almeno che non si tratti dell’armata Brancaleone. Ma saremmo nel campo della farsa. In verità, non molto distante attualmente.

Oggi è la penultima domenica di marzo. Tra nove domeniche i saccensi ritorneranno alle urne. Lo faranno dopo cinque anni difficilmente dimenticabili, pieni di eventi negativi (da amuleto napoletano) che hanno segnato il periodo, segnati dagli ultimi due anni di pandemia, ma anche con il capolavoro dell’ auto da fé che ha cancellato il Consiglio comunale quasi a metà mendato. Un manuale, insomma, della perfetta negatività.

Politicamente assistiamo ad uno spettacolo poco edificante e nel contempo scoraggiante per le sorti di una città ridotta allo stremo. In tale contesto, continuano senza sosta le giornate di riflessione della politica locale. Si susseguono riunioni, incontri. I telefoni dei protagonisti della vita politica saccense scottano, con gioia dei gestori telefonici.

È il preludio di una campagna elettorale non ancora chiara che vede quasi tutti gli schieramenti in uno stato ancora confusionale. Nessuna delle coalizioni è ancora chiusa, blindata. Solo quella di Ignazio Messina ha i confini abbastanza delineati e la macchina elettorale organizzativa è già operativa.

Veti incrociati impediscono la costruzione definitiva delle coalizioni che sosterranno i candidati a Sindaco. Ma nella città del perollolunismo pare, anche, abbastanza consequenziale se non coerente.

L’area “Cusumaniana”, della quale abbiamo ampiamente parlato ieri, pretenderebbe un pò di “corte” dal centrodestra; piacerebbe una richiesta ufficiale per valutare la possibilità di farne un trionfale ingresso. Ipotesi complicata che andrebbe condivisa tra gli esponenti di Fratelli di Italia, Udc, Diventerà Bellissima, Noi con l’Italia, Sciacca al centro ed Mpa. L’alternativa? Andare da soli al primo turno con un candidato di bandiera o trovare un’intesa civica, senza il simbolo berlusconiano e correre ai ripari da Ignazio Messina.

Il centrodestra tornerà a riunirsi probabilmente nelle prossime ore. Sul tavolo scottano temi legati alla coalizione ed alla scelta del candidato sindaco. Da queste parti il cerchio parrebbe chiudersi principalmente su tre papabili nomi: l’ex sindaco Fabrizio Di Paola che potrebbe tornare in campo dopo la sindacatura 2012/2017, l’ex consigliere ed assessore Salvatore Monte che potrebbe fare il grande passo puntando sul rinnovamento generazionale o l’attuale deputato Matteo Mangiacavallo, eletto nel Movimento Cinque Stelle e transitato verso l’area politica che fa riferimento al Presidente Musumeci.

La coalizione di Ignazio Messina marcia con un TAV seppure in attesa di comprendere se altri “pezzi” possano agganciarsi alla attuale coalizione. Ma c’è una condizione invalicabile:  tutti tranne chi continua ad amministrare la città (chiaro il riferimento al Partito democratico ed all’area dell’ex deputato Cascio e che in Consiglio comunale ha visto Alberto Sabella. Componente che in giunta ha l’assessore Nino Venezia).

Le porte, dunque, della coalizione civica che vede a capo il segretario nazionale di “Italia dei Valori”, potrebbe ancora trovare papabili partners. Non certo chi ha contribuito alla maggioranza che ha governato negli ultimi cinque anni.  Michele Ferrara comunica urbi et orbi che farebbe il vicesindaco della coalizione nata una settimana fa. Scelta che farebbe, tuttavia, storcere il naso a qualcuno.

Il raggruppamento Mizzica” non ha ancora notificato la candidatura di Fabio Termine. Essa appare scontata. Voci interne al movimento parlano di una serie di riflessioni in atto che possano evitare il non raggiungimento degli obiettivi preposti, ovvero, la scalata al palazzo di città. A dar supporto a Mizzica c’è Alessandro Curreri.

Silenzio tombale dal Partito Democratico. Non si hanno, al momento, notizie certe. Si vocifera, da più giorni, una possibile discesa in campo di Simone Di Paola o dell’attuale vicesindaco Gisella Mondino.

Il panorama rimane nebuloso e poco chiaro. L’elettorato valuta con molta attenzione le mosse dei protagonisti della politica locale ed attende di uscire dal guado in cui si ritrova. Ci sono due grosse incognite che tali, tuttavia, non sarebbero. La fortissima astensione e l’irrazionalità alimentata dai due anni di pandemia. Molti politici (leggasi politicanti) usano ancora il pallottoliere dei tempi che furono. Vivono in un altro pianeta convinti che nulla sia cambiato. Fanno i conti senza l’oste convinti di avere ancora il cassetto pieno di voti. Questi, fanno financo tenerezza. Sulla carta si reputano fortissimi. Quanta carta finisce nel cestino!

Filippo Cardinale

 

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