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ELEZIONI REGIONALI: SCIACCA RISCHIA DI RIMANERE A BOCCA ASCIUTTA

Sciacca è una città rinomata anche per l’eccellente pesce. Insomma, una città dove si pesca. Da qualche anno, tanti candidati agrigentini non saccensi “pescano” voti. Sono candidati di tutte le liste che erodono consenso provocando riflessi su quei candidati saccensi che puntano su una larga messe di voti. Base consistente che permette di competere partendo da Sciacca forti. Ma non è più così, già da anni. Ciò, in buona sostanza, agevola considerevolmente i candidati forti del versante orientale della provincia agrigentina.

Nel 2012 (premetto che ogni riferimento al quadro politico del 2012 è mutato, ma la sostanza non muta) 15 candidati non saccensi rosicchiarono 4.500 voti. I votanti saccensi furono 17.899 a fronte di 35.656 di elettori. L’affluenza alle urne a Sciacca fu del 50,2%

Nel 2012 i candidati saccensi alle regionali furono 8. Il più votato risultò Michele Catanzaro (Lista Cantiere Popolare) con 2.808, seguito da Matteo Mangiacavallo M5S) con 2.233. Al terzo posto si piazzò Vincenzo Marinello (PD) con 1.062 voti. Gli altri cinque, Mario Venezia, Mario Turturici, Emma Giannì, Sergio Indelicato, Vincenzo Guirreri, ebbero meno di 1.000 voti, con un minimo di 247 voti ad un massimo di 716 voti.

La corsa per il voto del 5 novembre prossimo vede concorrere all’Ars 5 candidati. Michele Catanzaro nel Pd, Tiziana Russo per Cento Passi, Matteo Mangiacavallo per il M5S, Vittorio Di Natale per Forza Italia, Giuseppe Marinello per Alternativa Popolare.

Anche se i candidati saccensi sono meno rispetto a quelli del 2012, la corsa all’Ars è difficile e piena di ostacoli. Si profila, tra l’altro, un’affluenza alle urne ancora inferiore rispetto a quella del 2012.

In più, nel versante orientale della provincia, a partire dal Capoluogo, c’è una rosa di candidati agguerriti, fortemente competitivi, grillini inclusi.

Sciacca ha sul tappeto tematiche non risolte, e che tutti conosciamo, che interessano il tessuto economico e sociale. Certamente la nostra città non può essere posta ai margini della politica. E con questa “maratona” di candidati, la città rischia seriamente di non essere rappresentata nel Parlamento siciliano.

Filippo Cardinale

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