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ELEZIONI EX PROVINCIA, TUTTO IN ALTO MARE. MUSUMECI RITIRA EMENDAMENTO

L’elezione di secondo livello, cioè votano solo i sindaci e consiglieri comunali, naviga tra onde altissime e pericolose. Il presidente Musumeci ha deciso di non forzare la mano e ha ritirato l’emendamento che avrebbe dovuto fissare a breve termine una nuova data per le elezioni nelle ex Province.

All’Ars il problema alta la tensione e aperto il problema del governo dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane. Pd e grillini hanno issato un muro e a Musumeci non è rimasto altro che la via del dialogo. La necessità di una ulteriore legge urgente nasce dal voto trasversale che la scorsa settimana ha polverizzato i piani del governo. Infatti, a causa di una fronda interna al centrodestra era stato approvato un emendamento che ha cancellato in extremis le elezioni già fissate per il 30 giugno.

Musumeci e il suo movimento, Diventerà Bellissima, hanno reagito al blitz di Udc, Mpa e pezzi di Forza Italia proponendo un emendamento che abroga quello appena approvato e fissa le elezioni a ottobre. Procedura irrituale,  tanto che Antonello Cracolici, capogruppo del Pd, ha sottolineato che non si può abrogare una norma prima ancora che venga pubblicata in Gazzetta.

Da sette anni non si riesce a concludere la vicenda che riguarda le elezioni nelle ex Province. L’Ars ha impiegato ben 39 sedute per riformare le ex province e dar vita a Liberi consorzi.

Filippo Cardinale

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