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DISSERVIZI OSPEDALE, “QUANDO GLI ANNUNCI TRIONFANTI STRIDONO CON LA REALTA'”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, una lettera che una nostra lettrice, ma anche concittadina essendosi trasferita dal nord nella nostra città dove ha deciso di vivere e crescere i figli. Una lettera garbata pur denunciando uno stato di degrado della struttura ospedaliera che non fa altro che appannare quell’immagine di efficienza ed eccellenza guadagnata nel tempo.

Scrivo questa lettera perché sono arrabbiata, anzi peggio, intristita e sdegnata. Lo sdegno è peggio della rabbia, almeno per me. Significa aver toccato il fondo.

Ho scelto di abitare a Sciacca e di partorire a Sciacca, per la seconda volta.  Il primo parto, avvenuto in condizioni di estrema emergenza, ha messo in luce le capacità professionali e le doti umane dell’equipe medica, al punto da farmi dimenticare nel tempo le problematiche della struttura ospedaliera. La gentilezza di medici, ostetriche, infermieri e ausiliari  ha supplito l’assoluta insufficienza di personale, l’ambiente familiare mi ha permesso di chiudere un occhio sull’incuria a cui erano lasciate alcune aree dell’imponente edificio.

A distanza di due anni e mezzo, di nuovo incinta, riprendo i contatti con l’ospedale saccense: ritrovo lo stesso calore, la stessa disponibilità, ma mi accorgo anche che l’incuria è diventata fatiscenza: sporcizia ovunque e ovunque guasti non riparati. Cartelli che indicano il mancato funzionamento di quasi tutti gli ascensori sono appesi un po’ ovunque  e le persone attendono pazientemente il loro turno.

Tempi biblici che costringono i più ad avventurarsi in un dedalo di scale e corridoi  in cui regnano sovrani un penetrante odore di fumo e una patina di sporcizia indecorosa. Ma sono i dettagli a creare un impietoso effetto di decadenza e abbandono: pareti scrostate, mattonelle saltate, pezzi di rivestimento scollato, neon intermittenti, lampadine fulminate, scritte sui muri, superfici manomesse, bruciate, vandalizzate. Frutto di una inciviltà che va sì imputata all’utenza, ma di cui si deve far carico anche il sistema sanitario che con i tagli ai finanziamenti ha legittimato uno stato di degrado che si trasforma in inciviltà. Bruttezza chiama bruttezza.

 Se sono le istituzioni a legittimare questo scenario (che non fa certo onore ad un Paese che si fregia di far parte dei Grandi della Terra), come si può pensare che sia il cittadino, spesso mal-educato dall’inciviltà di molte prassi sociali, a preoccuparsene?

Quale immagine viene però offerta?

Il senso civico non è innato nelle persone. E’ il frutto di un lungo percorso educativo fatto di sanzioni ma soprattutto di buon esempio, un buon esempio che si trasforma in mentalità collettiva.

Recente è la notizia che annuncia premiati gli sforzi politici per rendere il polo ospedaliero Sciacca-Ribera uno spoke.

Grande conquista, o ri-conquista. Ma gli annunci strombettanti e le fanfare trionfali della vittoria stridono drammaticamente con la realtà materiale, con il vergognoso teatrino di mancanze e inefficienze strutturali che ogni cittadino ha sotto gli occhi quotidianamente.

Onore al merito per chi ha portato avanti una battaglia di cui tutti beneficeremo, ma attenzione anche a non farsi prendere dall’ebrezza di un’esultanza che rende miopi di fronte ad emergenze che sono ben lungi dall’essere risolte.

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