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Delitto Lupo, spunta un video dove un’auto pedina l’imprenditore

FAVARA.  C’è una novità che riguarda il delitto di Salvatore Lupo, l’imprenditore freddato il giorno di Ferragosto con colpi di pistola all’interno di un bar in una via centrale. E’ stato riscontrato un video con un ‘auto che, a debita distanza, segue la Porsche Macan di Salvatore Lupo. Le immagini sono state estrapolate da un impianto di videosorveglianza presente nella zona. Non sono nitide, tuttavia le caratteristiche del mezzo e altri particolari sembrano rafforzare i sospetti sul suocero dell’ex presidente del consiglio comunale.

Dal filmato, appare chiaro la forma del pedinamento. Non si legge la targa dell’auto, nè si percepisce bene il modello. Ma vi sono dettagli tendenti a rafforzare i sospetti sul suocero di Lupo che, poco dopo l’omicidio, è stato sottoposto a perquisizione e prova dello stub da parte dei carabinieri che indagano sul delitto di Ferragosto.

Altri accertamenti sono stati estesi anche alle autovetture dell’ex suocero. I sospetti su di lui  sono legati  ai contrasti , molto forti, col genero autore di una presunta aggressione al suocero proprio nelle vicinanze del bar dove Lupo è stato ucciso. Anche i rapporti fra Lupo e l’ex moglie erano altrettanto incandescenti e forieri di denunce.

Rapporti tesi tra Lupo e suocero che i difensori, da una parte l’avvocato Salvatore Pennica che assiste l’ex suocero di Lupo e l’ex moglie e dall’altra il legale Domenico Russello, hanno cercato di mediare. Rapporti tesi che hanno calamitato i sospetti sul suocero che al momento non sarebbe neppure indagato e sulla cui posizione saranno decisivi gli accertamenti del Ris di Messina sull’auto e l’incrocio dei dati biologici con l’esame del video.

Lupo si occupava di servizi assistenziali, strutture ricettive e speculazioni edilizie, e pare accogliesse numerosi dissidi economici di ogni natura.

I primi esisti dell’autopsia, eseguita martedì pomeriggio dal medico legale Cataldo Ruffino, incaricato dalla Procura (l’inchiesta è condotta dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio, dal suo vice Salvatore Vella e dai pm Paola Vetro e Maria Grazia Cifalinò)  risulta che il killer non è stato così “perfetto” come apparso all’inizio. Dei tre colpi che sono stati sparati a Lupo, uno è andato a vuoto e l’altro lo ha colpito all’ascella. Uno alla tempia.

C’è una coincidenza che è all’attenzione degli investigatori. Lupo non era frequentatore di quel bar di via IV novembre. Ci sarebbe andato per caso il pomeriggio di Ferragosto in quanto l’unico esercizio aperto della zona. Doveva comprare due vaschette di gelato per gli amici che lo aspettavano a casa. Una volta dentro, il quarantacinquenne ha chiesto al barista di preparargli le vaschette ed è entrato in bagno. All’uscita ha trovato il killer. Un’ulteriore conferma che qualcuno lo ha pedinato.

Filippo Cardinale

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